La lettera

Il clochard morto al freddo e il volo spietato degli avvoltoi

Il clochard morto al freddo e il volo spietato degli avvoltoi
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Pubblichiamo il contenuto di una lettera firmata arrivata in redazione.

 

Egregio direttore,

ho seguito con rammarico la vicenda del giovane indiano trovato morto sotto i portici di piazza Libertà a Bergamo, vicenda che si intreccia con quella dell’orribile fine di Pamela a Macerata e tutto quel che ne è seguito e confesso di essere – come tutti immagino – rimasto confuso e molto scosso. Non mi ritengo un buon credente, anzi faccio fatica a mettere insieme il desiderio di credere con la necessità di capire, ma a costo di apparire presuntuoso, le confesso che in questi giorni la frase che mi è venuta più spesso alla mente è quella che pronuncia Gesù nel Vangelo «là dove sarà il cadavere, si raduneranno anche gli avvoltoi».

Sì, perché a Bergamo un giovane muore di solitudine, freddo, alcool... e tutti (me compreso, lo riconosco) parlano, si indignano, si rammaricano, accusano e dilaga il moralismo a buon mercato. A Macerata una ragazzina è fatta a pezzi ed è ancora peggio con sparatorie per strada, manifestazioni di segno opposto che invadono la città e tutti che sentono il bisogno di esprimere pareri non richiesti e fastidiosi.

Così domenica ho deciso di andare in chiesa per cercare di capire: il vangelo era quello del lebbroso che Gesù ha guarito e mi sono chiesto perché uno che salva i lebbrosi, non abbia salvato Avtar Singh e Pamela... Evidentemente non ho avuto risposta e non pretendo di averla, ma (e proprio di questo volevo parlarle) mi pare di aver intuito che a differenza di noi, Dio che può tutto, accetta una possibilità per noi scandalosa: accetta cioè che il suo amore possa fallire, possa non raggiungere l’obiettivo e non riuscire a cambiare le sorti terribili che spesso toccano proprio ai più deboli, indifesi e fragili. Capisco che a quanti sta a cuore la giustizia e lottano per i poveri e gli esclusi questo non vada bene e che per molti sia un motivo – forse quello fondamentale – per non credere in Dio.

Mi irrita il cinismo di chi liquida la vicenda dicendo che Singh e Pamela se la sono cercata. Sono rassegnato al fatto che in tanti soffino sul fuoco quando c’è un principio di incendio o ne approfittino per sparare a raffica accuse e sentenze. Tutti questi sono gli avvoltoi di cui sopra: quando c’è il cadavere, arrivano a frotte. Mi aspettavo però una reazione diversa dai migliori, da quegli uomini e donne della carità che dedicano la loro...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 11 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 22 febbraio. In versione digitale, qui.

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