Una coalizione contro l'Isis
Ucraina e Isis sono al centro del vertice Nato che si sta svolgendo a Newport, Galles. «Un vertice cruciale in un momento cruciale», lo ha definito il segretario generale Anders Fogh Rasmussen. Gli Usa stanno convincendo gli alleati della Nato a unirsi per combattere la minaccia dei jihadisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq e la loro avanzata in Occidente. «Non c’è tempo da perdere per costruire una larga coalizione allo scopo di indebolire e alla fine distruggere la minaccia rappresentata dall'Is», hanno dichiarato il segretario di Stato Usa, John Kerry e il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, nel corso di una riunione con i loro omologhi, ministri degli Esteri e della Difesa di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Turchia, Polonia, Australia, Danimarca e Canada. Pressato in casa da un’opposizione repubblicana che gli rimprovera troppi tentennamenti e da un’opinione pubblica che chiede chiarezza, il presidente Barack Obama, che nei giorni scorsi ha confessato di non avere una exit strategy, ha chiesto ampio sostegno da alleati e partner ma escluso l'impegno di forze di terra. Il segretario di Stato Kerry ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di attaccarli in modi che impediscano loro di conquistare territorio, di sostenere le forze di sicurezza irachene e altri nella regione che siano pronti ad affrontarli, senza impegnare truppe nostre». L’Italia farà parte della coalizione in cui figurano anche Inghilterra, Germania, Francia, Turchia. I suoi compiti operativi restano in gran parte da definire. L’Inghilterra ha già annunciato che si affiancherà agli Usa nei bombardamenti aerei contro i jihadisti (anche se Obama non ha ancora deciso se questi attacchi aerei si estenderanno a zone della Siria). Tra gli altri compiti: forniture di armi ai peshmerga curdi e addestramento dell’esercito regolare iracheno.
Le sfide dell’Alleanza Atlantica sono sostanzialmente tre. Le ha elencate Rasmussen: «A est la Russia attacca l'Ucraina. A sudest vediamo l'ascesa di un'organizzazione terroristica, il cosiddetto Stato Islamico, che ha commesso atrocità orribili. A sud vediamo violenza, insicurezza e instabilità». Ma se per quanto riguarda la questione russa la Nato si trova divisa al proprio interno, con l’Unione Europea che esita sulle sanzioni contro Putin, a unire tutti è l'orrore della jihad. «Non ci faremo intimidire da barbari assassini» dicono Barack Obama e David Cameron. Il presidente americano e il premier britannico firmano a quattro mani un articolo sul Times in cui chiedono agli altri 60 capi di Stato e di Governo presenti al vertice di rafforzare la Nato e di dare un messaggio inequivocabile di coesione e determinazione per rafforzare l'Alleanza atlantica. Chiedono inoltre a tutti di aumentare le spese militari, destinando il 2% del Pil alla difesa. Rasmussen afferma inoltre che la Nato «non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno» in Iraq, ma si dice «sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente».
Intanto la coalizione che sta prendendo forma contro l’Isis si fa forte anche della pesante condanna che il mondo islamico ha inferto ai fondamentalisti. Gli Stati Uniti avrebbero trovato alleati in Medio Oriente per formare un fronte unito contro gli estremisti sunniti che stanno terrorizzando il mondo. E Obama avrebbe trovato una sponda in quei Paesi che vedono l’Isis come una minaccia concreta per la loro stabilità. Obama a Newport ha incontrato la Turchia e l’Arabia Saudita, mentre il segretario di Stato John Kerry ha già parlato tra gli altri con Australia, Emirati Arabi, Qatar, Giordania e Israele.
Anche un personaggio totalmente estraneo alla Nato, la guida suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei, avrebbe dato il suo sostegno alla possibilità di contatti con militari Usa nel tentativo di sconfiggere i jihadisti sunniti dell'Isis. Lo scrive l’Ansa riportando quanto pubblicato sul sito online della Bbc. Fonti a Teheran riferiscono alla Bbc in persiano che Khamenei - punto di riferimento del mondo sciita - avrebbe autorizzato i vertici militari di Teheran a coordinare operazioni con forze americane, irachene e curde.
Che si stia preparando una guerra all’Isis sembra ormai cosa concreta, e lo confermano le dichiarazioni del padrone di casa del vertice Nato di Newport, il premier inglese David Cameron: «Questi terroristi devono stare molto attenti, le loro minacce otterranno solo il risultato di armare la nostra determinazione per difendere i nostri valori».
Intanto, per complicare le cose, rimanendo in tema Nato, Isis e Russia, una minaccia al presidente Putin è arrivata, via youtube, dai fondamentalisti dello Stato Islamico. I jihadisti accusano il leader del Cremlino di sostenere il regime del presidente siriano Bashar al Assad e promettono di scatenare una guerra nel Caucaso russo per "liberarlo" dai non islamici.