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Colpo alla 'ndrangheta a Bergamo: 13 persone arrestate per usura ed estorsioni

Diverse le accuse a carico degli arrestati, dalla detenzione illegale di armi da fuoco al riciclaggio

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Altro colpo alla ‘ndrangheta a Bergamo. Questa mattina (giovedì 22 aprile) 13 persone, legate a un sodalizio ‘ndranghetistico, sono state arrestate dai carabinieri essendo accusate a vario titolo di estorsione, usura, detenzione illegale di armi da fuoco, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro e, infine, bancarotta fraudolenta.

I militari del comando provinciale di Bergamo hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brescia, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia locale. Gli arrestati, originari delle province di Bergamo e Crotone, avevano messo in piedi un sistema di estorsioni nel campo dei trasporti di merce, oltre a realizzare un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti, fornitura di prestiti a tasso usuraio e reimpiego di capitali illeciti.

Il proprietario di una ditta di trasporti della provincia, insieme ad alcuni uomini appartenenti al clan Arena, quest'ultimo operante a Isola di Capo Rizzuto, avrebbe minacciato un suo concorrente imponendogli un numero limitato di clienti, arrivando così ad avere il controllo di un vero e proprio “cartello” nel settore dei trasporti dei mezzi pesanti.

Le indagini

Per inserirsi nel mercato dei trasporti e riciclare il denaro sporco, gli uomini del clan “Arena”, con la complicità dell’imprenditore bergamasco, avevano creato un complicato sistema di acquisizione fittizia di una ditta di trasporti. Una società che poi era stata fatta fallire con l'obiettivo di agevolare la cosca crotonese.

Gli uomini del clan, dopo essersi stanziati definitivamente nella Bergamasca, avevano esteso la propria attività arrivando a prestare denaro con tassi usurai. In un caso specifico, a fronte di un prestito elargito a un imprenditore, avevano ottenuto parte della vendita di un immobile, venduto a un prezzo totalmente fuori mercato.

Le indagini hanno anche consentito di individuare il mandante e gli esecutori materiali di un incendio, verificatosi a Seriate a febbraio del 2014. Nell’occasione, furono bruciati decine di camion di una ditta di autotrasporti, azione che maturò nell’ambito della concorrenza tra le ditte che operavano nel settore. I responsabili, titolari a loro volta di un’altra società di trasporti, volevano ostacolare e minacciare i concorrenti.

Sequestrati immobili e beni

Nel corso dell’operazione sono state sequestrate quattro villette sul lungomare di Cutro, acquistate da uno degli indagati grazie al denaro guadagnato grazie a false fatture, emesse per operazioni inesistenti. Immobili che, tra l'altro, in passato erano nelle proprietà di un esponente di spicco della cosca “Grande Aracri”, ora detenuto in carcere.

L’indagato in questione, oltre ad aver comprato le villette, avrebbe provveduto anche al mantenimento economico e materiale della famiglia del detenuto, in particolar modo della moglie, utilizzando, anche in questo caso, denaro sporco. Per questa ragione, i due uomini e la donna sono accusati di riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

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