Coltivava marijuana nel capannone dell’azienda, 42enne in manette
Operazione dei carabinieri di Villa d'Almè. All'interno circa 500 piante a diversi stadi di maturazione

La sorveglianza aerea con i droni telecomandati non serve solo a pizzicare i runner che si allontanano dai pressi della loro abitazione durante il lockdown, ma aiuta anche i militari ad individuare dal cielo vere e proprie serre di marijuana. È successo a Chiari (Brescia): a finire attenzionato dai carabinieri della stazione di Villa d’Almè è stato un capannone di un’azienda di un iseano di 42 anni. L’uomo, già nel mirino dei carabinieri, è finito in manette e si attende la convalida dell’arresto.
L’operazione con il drone. Ai militari bergamaschi era arrivata una soffiata relativa al capannone in territorio clarense e sul fatto che, proprio fra quelle mura, si coltivasse “erba”. Avviate le indagini sotto la direzione del sostituto procuratore della Procura di Brescia Antonio Bassolino, prima i carabinieri hanno utilizzato un drone telecomandato per fare un controllo aereo sull’edificio, dove è stato notato un potente impianto fotovoltaico e un camino da aspirazione sovradimensionato, poi i militari hanno raggiunto l’uomo e si sono fatti accompagnare all’interno del capannone, dove i loro sospetti sono stati confermati. Dietro un’intercapedine c’era una serra attrezzatissima con lampade, concimi, pompe, essicatori e vasche. All’interno circa 500 piante a diversi stadi di maturazione, per un totale di 42 chili di marijuana, posta sotto sequestro. Il 42enne è finito in manette e si attende la convalida dell’arresto.