Perché si sta indagando sul cantiere della nuova Montessori a Longuelo
La vicenda è di quelle intricate, tra appalti e subappalti, cantieri iniziati, stoppati, ripartiti e poi definitivamente chiusi, e, soprattutto, conti che non tornano. Stiamo parlando delle indagini relative al cantiere della nuova scuola della Fondazione Montessori, "incastrato" tra i palazzi di Longuelo e la rotonda della Briantea. Uno scheletro di cemento abbandonato, che avrebbe dovuto essere fatto e finito nell'ottobre 2015 ma che, invece, dal dicembre 2014 si staglia nel paesaggio in tutto il suo maestoso abbandono. Dietro tutto questo, secondo il pm di Bergamo Maria Cristina Rota, ci sarebbe Nicola Gritti, segretario provinciale dell'Udc (candidatosi come consigliere regionale nel 2013) e presidente del Consiglio di Amministrazione della Viaviale Srl, indagato per appropriazione indebita aggravata e infedeltà patrimoniale aggravata.
[Il progetto della nuova scuola Montessori]
I fatti, le accuse, le indagini. La vicenda ha inizio il marzo 2014, quando la Viaviale Srl di Gritti riceve dalla Fondazione Montessori l'appalto per la realizzazione della sua nuova scuola. Obiettivo: abbandonare lo storico istituto in viale Vittorio Emanuele, afflitto dal cronico problema della sosta, e trasferirsi in una nuova location, più ampia e moderna. Costo del progetto: 4 milioni e 760mila euro. La Viaviale, a sua volta, subappalta i lavori all'impresa mantovana Pentageco Srl. C'è un accordo chiaro per il pagamento dei lavori: metà del prezzo verrà saldato alla Viaviale in denaro, l’altra metà con la permuta di parte dell’immobile in viale Vittorio Emanuele, che ha un valore stimato di 5,2 milioni di euro. A sua volta la Viaviale si accorda con la Pentagreco, la quale a maggio 2014 dà ufficialmente il via al cantiere. Tutto fila liscio fino a dicembre dello stesso anno, quando l'azienda mantovana decide di fermarsi. Secondo l'impresa, infatti, la Viaviale non starebbe rispettando i patti e non starebbe versando i pagamenti dovuti.
Nicola Marcantoni, titolare della Pentageco, decide di vederci chiaro e comincia a indagare sulla Viaviale. Dopo circa tre mesi di ricerche, Marcantoni crede di aver scoperto la gabola: secondo lui in consulenze fittizie pagate dalla Viaviale, che avrebbe fatto così sparire i soldi. Senza pensarci troppo su, Marcantoni si reca in Procura e denuncia tutto, dando il via all'indagine del pm Rota. Intanto la Fondazione Montessori si trova schiacciata tra l'incudine e il martello e tenta così di mediare tra le parti. Risultato: il cantiere riapre tra il giugno e il luglio 2015, per poi fermarsi nuovamente (e forse definitivamente) meno di un mese dopo. La Pentageco spiega infatti che i soldi continuavano ad arrivare solo in parte. Marcantoni decide di tentare anche la strada dell'arbitrato davanti all’ordine degli Ingegneri, ma «ci ha proposto una conciliazione inaccettabile».
[Il pm Maria Cristina Rota]
Dove sono finiti i soldi? Il Corriere della Sera Bergamo spiega che, stando ai conti di Marcantoni, su quasi 1 milione riscosso restano in sospeso 300mila euro in denaro e 600mila in permuta. Per questo l’ultimo atto è stata una richiesta di risarcimento danni da 2,3 milioni di euro che la Pentageco ha presentato alla Fondazione Montessori. Con anche una richiesta: «Affidarci in maniera diretta l’appalto senza costi aggiuntivi. Con la Viaviale ce la saremmo vista noi. Ma ci hanno risposto di no. Hanno deciso di buttare via il bambino con l’acqua sporca». Un po' a sorpresa, infatti, la Fondazione pare aver deciso di stare, almeno per ora, dalla parte della Viaviale e di Gritti. Lo ha spiegato al Corriere Fanny Honegger, presidente della Fondazione e discendente degli Honegger del cotonificio di Albino, la quale ha detto: «Che garanzie avremmo avuto da parte di una ditta che per due volte ha sospeso arbitrariamente i lavori? Noi avevamo garantito il controllo sui pagamenti. Non hanno voluto fidarsi, allora ciao. Gritti non lo conosco, ma mi pare una brava persona, che si è trovata immischiata». La certezza, però, è solo che la Fondazione ha bisogno di arrivare presto a una soluzione: «Dal centro abbiamo bisogno di andarcene, sia per gli spazi inadeguati, sia per il problema parcheggi». Ma, di preciso, cosa contesta la Procura a Gritti? L'accusa è di aver usato i soldi intascati dalla Fondazione per pagare consulenze fittizie invece che i lavori subappaltati alla Pentagreco.
Nello specifico, secondo Marcantoni, i soldi sarebbero finiti «in una serie di contratti di consulenza tecnica fasulli, a società che non hanno un solo dipendente e che in cantiere non si sono mai viste, neanche a spostare una cariola. Per esempio, ci risulta che la Viaviale abbia pagato soldi per la stipula dell’appalto, che però era già stato fatto. Oppure 33mila euro per una società a Riga, in Lettonia, di cui noi non sapevamo nulla». Nell'avviso di proroga delle indagini firmato dal pm Rota e datato 5 gennaio 2016, sono riportate tutte le cifre che sarebbero state distratte per le presunte false consulenze. Gritti si sarebbe indebitamente appropriato di 3.559,53 euro, versati sul proprio conto attraverso tre bonifici, e di 33.885 euro per un bonifico estero a una società lettone con causale «spesa di costituzione società». L'infedeltà patrimoniale contestata a Gritti, invece, sarebbe legata a quattro contratti «ingiustificati»: uno di consulenza tecnica da 245mila euro con la Nobile Srl, datato 27 marzo 2014; un altro di consulenza tecnica da 142mila euro con la A. V. Immobiliare di Diego Riboli, sempre datato 27 marzo 2014; e due da 6mila euro con la Vya Immobiliare di Diego Riboli, firmati l'1 ottobre 2014.
[Nicola Gritti, segretario provinciale dell'Udc]
La replica di Gritti. Finalmente, dopo tante accuse, Gritti ha deciso di parlare al Corriere della Sera e di respingere le accuse. «È tutto falso - spiega il presidente del Cda della Vivaviale -. I contratti ingiustificati sono consulenze reali per pagare progettisti e architetti. E poi la Pentageco è stata pagata. Lo indica anche l’arbitrato che prima ha richiesto e poi, quando si è vista dare torto, ha contestato. Quello che sta facendo Marcantoni è fuori da ogni logica. Quando ci ha detto “voglio i soldi o lascio il cantiere”, mi sono deciso a denunciarlo per tentata estorsione. È sparito il giornale di cantiere e alcuni interventi sono stati pagati prima di essere eseguiti, come per l’adeguamento del vano ascensore. Realizzato in teoria a fine 2014, il preventivo è stato chiesto a giugno 2015. È una truffa». Intanto, però, il 23 febbraio scorso Marcantoni ha denunciato Gritti per minacce, affermando che il segretario provinciale dell'Udc gli avrebbe detto: «Sei un uomo morto, sei un morto che cammina, ti manderò la finanza a casa». Gritti, davanti a questa ennesima accusa, scuote la testa e spiega: «Mi riferivo solo alla sua società, che praticamente è morta». Per ora, però, ad essere morto è soltanto il progetto della nuova scuola. Che chissà se e quando rinascerà.