Come sta andando la pandemia di Coronavirus nel mondo
Settimana 1-5 giugno
di Martino Ongis
Il numero di casi globali ha superato i 6.5 milioni, con più di 2.8 milioni di persone che si sono riprese e circa 390 mila decessi accertati. Il numero di casi mondiali potrebbe superare i 7 milioni entro metà di settimana prossima, e quello dei decessi quota 400 mila. Otto nazioni stanno riportando aumenti molto significativi nel numero di nuovi casi: Brasile, Russia, India, Pakistan, Bangladesh, Perù, Cile e Messico. Il numero di casi attivi sta aumentando anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Seconde ondate registrate in Iran (significativa) e Sud Corea (contenuta). In Francia, il numero di casi attivi non è aumentato, ma non è nemmeno diminuito.
Il numero di casi in India ha superato quota 100 mila, e il trend nel numero di nuovi casi giornalieri continua ad aumentare. Martedì il Paese ha registrato 8.909 nuovi contagiati in un giorno, record giornaliero da inizio pandemia. Se il trend degli ultimi giorni continua, l’India potrebbe superare la Russia e diventare il terzo Paese la mondo per trend nel nuovo numero di casi giornalieri. Lo Stato di Maharashtra, dove si trova Mumbai, ha registrato per ora la maggior parte dei casi del Paese (77.793, con 2.710 decessi e 33.681 persone che si sono riprese). Anche il Pakistan, con 4.688 nuovi casi nella giornata di ieri, ha registrato un record giornaliero nel numero di nuovi casi (85.264 totali).
Questa settimana, la Spagna ha riportato zero nuovi decessi per Coronavirus per due giorni consecutivi, un fatto che il primo ministro Pedro Sanchéz ha definito: «Un successo per tutti». Tuttavia, come riportato dal Financial Times (https://on.ft.com/2AC1ixb), il numero sembra dipendere da un nuovo metodo per riportare i dati introdotto dal governo spagnolo. Nello specifico, una settimana fa il governo ha aggiunto una nota al report ufficiale relativo ai numeri della pandemia che viene pubblicato quotidianamente: «Solo i casi in cui la data del decesso è il giorno prima del momento in cui questo report viene scritto sono aggiunti al totale». Questo significa che la Spagna sta aggiungendo al totale solo i decessi che sono avvenuti il giorno prima che il report viene pubblicato. Non registrati il giorno prima, ma avvenuti il giorno prima. Questo crea un problema di reporting, considerando il tempo che ci vuole ai decessi per essere registrati, specialmente in un sistema con regioni autonome. Per esempio, lunedì e martedì la Spagna ha celebrato zero decessi, ma Madrid ne ha registrati rispettivamente 11 e 12. Siccome, tuttavia, i decessi non sono accaduti il giorno prima del report, sono stati ignorati nel conteggio totale. Non è chiaro se e quando il governo spagnolo aggiungerà questi decessi al totale.
Nel continente europeo, questa settimana hanno alleggerito le misure di quarantena le seguenti nazioni: Svizzera, Portogallo, Grecia, Italia, Regno Unito, Spagna, Irlanda, Belgio, Danimarca e Olanda. Il governo italiano ha introdotto controlli per la temperatura obbligatori per i passeggeri dei treni. In Inghilterra, protezioni facciali saranno obbligatorie su tutti i mezzi pubblici a partire dal 15 giugno. La Spagna ha esteso lo stato di emergenza fino al 21 giugno.
L’Iran sembra nel mezzo di una seconda ondata di Coronavirus. Dopo un declino iniziato a fine marzo e proseguito fino a inizio maggio, il Paese ha registrato un nuovo trend in salita nell'ultimo mese, che ha visto i casi triplicare e raggiungere il picco di prima. Mercoledì ha riportato 3.134 nuovi casi, portando il totale nazionale a 160.696. L’Iran ha allentato le misure di distanziamento sociale in molte parti del Paese, ma sembra averle implementate nuovamente nella Provincia del Kuzistan, che sta riportato un’elevata incidenza nel numero di nuovi casi.
Il Brasile ha riportato mercoledì 28.936 nuovi casi, il secondo numero più alto da inizio pandemia. Il Paese è numero uno al mondo per numero di nuovi casi giornalieri, con un trend in continua crescita. Ha anche superato l’Italia per numero di decessi (34.021 totali), ed è adesso secondo solo a Stati Uniti e Regno Unito. Anche in Perù e Cile i trend preoccupano: entrambi i Paesi stanno riportando più di tre volte il numero di nuovi casi per abitante degli Stati Uniti. Il Perù è adesso il quinto paese al mondo per numero di nuovi casi giornalieri. Anche Panama ha registrato un trend in salita nel numero di nuovi casi nelle ultime settimane. Dopo essere stato relativamente consistente durante aprile e maggio, riportando approssimativamente 150-225 nuovi casi al giorno, il numero di nuovi casi giornalieri ha superato quota 400 dal 23 maggio in poi. L’incidenza per abitante è la stessa del Brasile. Il Messico ha riportato giovedì 4.442 nuovi casi per Coronavirus, portando il totale a 105.680. È l’aumento più significativo registrato nel Paese da inizio pandemia.
Gli Stati Uniti hanno riportato più di 1.91 milioni di casi (21.021 nuovi) e 110 mila decessi (909 nuovi). È probabile che il Paese superi i due milioni di casi nei prossimi 8-10 giorni. Il Centro nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha aggiornato il suo metodo per riportare i dati, che adesso includono casi totali, confermati, e probabili. Tuttavia, non tutti gli Stati hanno dati disponibili per casi confermati e probabili. Il numero di casi confermati ha superato quota 40 mila in almeno 14 Stati e a New York City (dove ha superato i 200 mila). New York e New Jersey hanno superato i 150 mila, mentre California, Illinois e Massachusetts hanno superato i 100 mila. Tra fine aprile e inizio maggio, la maggior parte degli Stati ha iniziato a rilassare le misure di distanziamento sociale, con la riapertura di ristoranti, negozi e centri estetici. Raduni di massa per il Memorial Day (25 maggio) e le proteste in corso contro le ingiustizie razziali potrebbero contribuire alla trasmissione del virus.
Diversi Stati del Paese stanno continuando a registrare trend preoccupanti dopo aver allentato le misure di quarantena. Uno di questi è l’Alabama, dove il trend nel numero di nuovi casi giornalieri è raddoppiato da fine aprile. In parte, l’aumento dipende dal maggior numero di test effettuati. Tuttavia, durante le ultime due settimane, l’Alabama ha riportato un aumento nella percentuale di persone che sono state testate positive, indipendentemente dal numero di test effettuati. Dopo esser scesa dal 12.8% di metà aprile al 9% di inizio maggio, la percentuale di persone testate positive è tornata ad essere 12.2% nella settimana del 17-23 maggio. Questo indica un potenziale aumento a livello di trasmissione comunitaria del virus. L’Alabama ha riportato un leggero aumento nel numero di persone ospedalizzate per Covid-19 dalla seconda metà di aprile. Dopo un declino nel trend dei nuovi casi giornalieri, anche in Georgia i nuovi casi sono tornati ad aumentare. Il Dipartimento di Salute Pubblica dello stato riporta i casi di Covid-19 per data in cui sono stati effettuati i test, per cui i dati degli ultimi 14 giorni sono incompleti. I dati relativi alle settimane antecedenti gli ultimi 14 giorni rivelano che il numero di nuovi casi giornalieri è passato da 766.4 al giorno la settimana del 22 aprile (media settimanale) a 520.5 la settimana del 9 maggio. La settimana del 19 maggio, l’ultima registrata, il numero è aumentato a 704.0. Numerose contee dello Stato che stavano registrando un appiattimento della curva stanno ora registrando un nuovo trend in salita. Anche il Texas sta riportando un aumento consistente nel numero di nuovi casi. Questa settimana, lo Stato ha riportato la più alta media settimanale nel numero di nuovi casi, registrando 3 nuovi record. Anche in California, che sta allentando le misure di distanziamento sociale, l’incidenza giornaliera è in aumento e la media settimanale la più alta da inizio pandemia. Lo Stato ha registrato 3 giorni record solo nell’ultima settimana.
Negli Stati Uniti, altre 1.9 milioni di richieste di disoccupazione sono state compilate nell'ultima settimana, portando il totale di lavori persi da inizio pandemia a 42.6 milioni. Nel 2020, il PIL del Paese si è ridotto per ora del 4.8%, la disoccupazione è al 13.3% (contro il 20% previsto) e il debito nazionale ha quasi raggiunto quota $26 trilioni. Disoccupazione per anagrafiche: uomini 11.6%, donne 13.9%, bianchi 12.4%, asiatici 15.0%, afroamericani 16.8%, ispanici 17.6%.
Le proteste negli Stati Uniti
Le proteste contro ingiustizie razziali e sociali continuano negli Stati Uniti, con migliaia di persone che si sono radunate per le strade del Paese e addirittura di altre nazioni. Molte fotografie mostrano i manifestanti indossare mascherine o protezioni facciali. Tuttavia, ogni raduno di massa aumenta il rischio di trasmissione di SARS-CoV-2. Il Chirurgo Generale degli Stati Uniti, Jerome Adams, si è detto preoccupato di un possibile aumento nel numero di casi a seguito delle proteste. Ad Atlanta, gruppi di operatori sanitari stanno organizzando centri pop-up per testare i manifestanti. Molti esperti del mondo sanitario hanno sottolineato l’importanza delle proteste, ma la paura è che si trasformino in un incubo per la salute pubblica. Gli esperti hanno incoraggiato i manifestanti a prendere precauzioni indossando maschere e guanti, disinfettandosi le mani, e mantenendo distanza fisica anche durante le marce. Inoltre, diversi hanno chiesto a polizie statali e locali di non usare spray al peperoncino e gas lacrimogeni che causano tosse e quindi aumentano la possibilità di trasmissione.
OMS e Cina, OMS e Stati Uniti
La relazione tra OMS e Cina durante la pandemia ha ricevuto considerevole attenzione globale. Un’investigazione di Associated Press (https://bit.ly/2UaybI3) ha rivelato la frustrazione di molti dipendenti dell’OMS dovuta a ritardi nel ricevere informazioni importanti dalla Cina. Registrazioni di incontri interni all’OMS hanno rivelato che il governo di Pechino ha trattenuto informazioni importanti - inclusi i dati sulla sorveglianza e sulla sequenza genetica del virus - per settimane, ritardando le attività di contenimento e di sviluppo di test diagnostici. Nonostante questi ritardi, l’OMS ha consistentemente lodato la risposta cinese a livello pubblico. L’OMS è nella posizione delicata di dover proteggere la salute e il benessere delle persone a livello globale senza nessuna autorità per forzare la cooperazione. Secondo il report, ci sono stati significativi dibattiti all’OMS su come meglio approcciare la situazione con la Cina.
Venerdì scorso, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti si ritireranno dall’OMS a causa delle relazioni di quest’ultima con il governo di Pechino. Qualche settimana prima, Trump aveva chiesto all'organizzazione di implementare riforme sistematiche, e aveva sospeso i fondi diretti all’OMS, affermando che gli Stati Uniti li investiranno per altre iniziative globali. Tuttavia, gli Stati Uniti sembrano avere diversi conti in sospeso con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e non è chiaro se prima di ritirarsi pagheranno i conti aperti. Numerosi esperti hanno condannato la manovra, affermando che potrebbe danneggiare gli sforzi globali di contenimento della pandemia, inclusi i test clinici in corso su diversi vaccini.
Svezia
Nel corso della pandemia, la Svezia si è distinta da altri Paesi per il suo approccio alternativo nel rispondere al virus. Non ha cioè imposto norme severe di distanziamento sociale, a esclusione dell’aver proibito raduni con più di 50 persone. Il Paese sta però riportando una mortalità per abitante per Covid-19 tra le più alte al mondo. In un’intervista radiofonica, il dr. Anders Tegnell dell’Agenzia di Salute Pubblica ha affermato che la risposta della Svezia «ha spazio per essere migliorata», e diversi ufficiali sanitari hanno affermato che il Paese non ha protetto adeguatamente le persone ad alto rischio, come le persone anziane nelle case di riposo. Il fatto di aver tenuto aperti negozi, ristoranti, e altri tipi di business non sembra inoltre aver prevenuto un’incombente crisi finanziaria, dato che il Paese dipende in misura significativa dalle esportazioni. Il ministro delle finanze Magdalena Andersson ha affermato che la Svezia probabilmente sta per affrontare la sua peggior recessione dalla Seconda Guerra Mondiale. Il governo ha promesso di instaurare una commissione per valutare la strategia nazionale in risposta a Covid-19. Due giorni fa, la Svezia ha riportato 2.214 nuovi casi (record da inizio pandemia), e il totale ha superato quota 41 mila.
Una pandemia politica
Due settimane fa, la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio (https://bit.ly/2XAH4Nl) sulla sicurezza dell’idrossiclorochina in cui sono stati analizzati i dati di 96 mila pazienti affetti da Covid-19 trattati col farmaco antimalarico. Lo studio mostrava che le persone trattate con idrossiclorochina sono più a rischio di morire delle persone a cui non viene somministrato il farmaco. Lo studio ha raccolto dati da diversi ospedali di tutto il mondo, e nonostante non rispettasse gli standard più alti nella ricerca farmacologica (per es., condizioni sperimentali e di controllo con placebo) ha ricevuto parecchia attenzione mediatica, anche vista la spinta che l’idrossiclorochina ha ricevuto da alcuni leader mondiali, inclusi il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e il presidente statunitense Donald Trump, che addirittura ha affermato che la starebbe prendendo per prevenire l’infezione. Il colpo di scena è che lo studio apparso su The Lancet è stato ritrattato dopo che l’integrità dei dati analizzati è stata messa in discussione, e la misteriosa azienda che li ha messi a disposizione dei ricercatori (si chiama Surgisphere e ha base a Chicago) si è rifiutata di rilasciarli pubblicamente. La rivista scientifica ha rilasciato giovedì un Expression of Concern in cui si afferma che «sono state sollevate importanti domande sulla validità scientifica dei dati. Gli autori non affiliati a Surgisphere stanno conducendo verifiche su validità e attendibilità dei dati, e faranno sapere i risultati molto presto».
Vaccino per SARS-CoV-2
Lo sviluppo, produzione, e distribuzione di un vaccino per SARS-CoV-2 rimane una priorità globale. Diversi vaccini sono al momento in fase di sviluppo, e secondo Anthony Fauci c’è un «cauto ottimismo» che alcuni saranno sicuri ed efficaci. Fauci ha affermato questa settimana che le aziende produttrici di un potenziale vaccino si stanno già preparando per le fasi 2 e 3 dei test clinici, dove si testa l’efficacia del vaccino dopo averne testato la sicurezza. Il vaccino sviluppato dall’azienda Moderna sta ultimando la fase 1 dei test clinici, e la fase 3 dovrebbe iniziare a luglio. Diversi altri candidati, tra cui AstraZeneca e Johnson & Johnson, potrebbero condurre studi clinici avanzati entro fine estate. Questi test potrebbero portare a risultati concreti in autunno. Fauci ha tuttavia affermato che un vaccino potrebbe non conferire immunità a lungo termine se SARS-CoV-2 si comporta come le altre specie di Coronavirus. Questo potrebbe voler dire che una singola persona avrebbe bisogno di dosi multiple del vaccino per poter rimanere immune.
Trasmissione presintomatica
Caratterizzare la trasmissione presintomatica di SARS-CoV-2 è una priorità assoluta per sviluppare linee guida e misure di controllo adeguate. Uno studio pubblicato in Emerging Infectious Diseases (https://bit.ly/2XAgtjz) ha analizzato i dati di sorveglianza nel tracciare i contatti a Guangzhou, Cina. Lo studio ha trovato che la trasmissione presintomatica avviene nella maggior parte dei casi tra persone che vivono in uno stesso spazio, inclusi membri familiari, o persone con cui si hanno contatti frequenti. Lo studio ha dimostrato che è possibile che il virus si trasmetta prima che la persona infetta abbia mostrato qualsiasi sintomo; tuttavia, la trasmissione di questo tipo sembra meno efficace di quella tra individui sintomatici.
Infezione da SARS-CoV-2 e chirurgia
Uno studio sui pazienti affetti da Covid-19 mentre affrontano operazioni chirurgiche ha trovato un’elevata mortalità e un alto tasso di complicazioni polmonari. Lo studio, pubblicato su The Lancet (https://bit.ly/2Y2X4a2), ha incluso dati clinici di 1.128 pazienti affetti da Covid-19 in 24 Paesi, incluse persone che hanno dovuto essere operate d’urgenza (74%) o per chirurgia elettiva (25%). Tra questi pazienti, SARS-CoV-2 è stato diagnosticato pre-operazione nel 26% dei casi e post-operazione nel 71.5% dei casi. La mortalità postoperativa è stata del 23.8% (268 decessi), e il 51.2% dei pazienti (577) ha riportato complicazioni polmonari post-operazione. Lo studio non ha incluso un gruppo di controllo, ma un commentario allo studio (https://bit.ly/3cChyeI) ha suggerito che i numeri relativi alle complicazioni «eccedono di gran lunga i numeri tipici del post chirurgia». Uno degli autori dell’articolo ha commentato sostenendo che la mortalità post operatoria che ci si aspetterebbe senza un’infezione SARS-CoV-2 è dell’1%. Questi risultati hanno implicazioni importanti per il rinvio delle operazioni chirurgiche.
Case di cura negli Stati Uniti
Lo US Center for Medicare and Medicad Services e il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive statunitense hanno pubblicato un report relativo ai decessi nelle case di cura. Secondo il report, negli Stati Uniti più di 25 mila ospiti in case di cura e 400 membri dello staff sono morti a causa dell’epidemia di Covid-19. In totale, le case di cura hanno riportato più di 60 mila infezioni tra i residenti e 34 mila infezioni nello staff. Il 20% delle case di cura del Paese ha riportato almeno un decesso per Covid-19.
Comprendere l’evoluzione di SARS-CoV-2
Una nuova ricerca pubblicata in Science Advances (https://bit.ly/3eXZhud), utilizzando il sequenziamento genetico del virus, ha suggerito che il nuovo Coronavirus potrebbe essere emerso dall’incontro di due specie di virus: un Coronavirus dei pipistrelli e un Coronavirus dei pangolini. Le mutazioni di questo passaggio avrebbero permesso al virus di legarsi ai recettori ACE2 degli esseri umani. Questo studio suggerisce che i pangolini potrebbero aver giocato il ruolo determinante di intermediari, preparando il virus ai recettori necessari per infettare gli esseri umani. Ulteriori ricerche sono necessarie per caratterizzare più adeguatamente il processo evoluzionistico che ha facilitato la trasmissione zoonotica del virus.