sicurezza sul lavoro

Comune e Cgil di Bergamo al fianco dei rider: forniranno le mascherine protettive

Comune e Cgil di Bergamo al fianco dei rider: forniranno le mascherine protettive
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Il Comune e la Cgil di Bergamo riforniranno con mascherine i rider impegnati nella consegna dei pasti a domicilio. In questo modo si cercherà di ovviare alla mancanza di dispositivi di protezione che i fattorini lamentano da tempo, senza aver ottenuto però alcuna risposta da parte delle società di food-delivery per le quali lavorano.

«La sicurezza è il primo dei requisiti per poter svolgere un’attività lavorativa necessaria, come appunto quella della consegna dei pasti nelle case dei nostri concittadini in questo periodo di emergenza sanitaria – spiega il sindaco Giorgio Gori –. Da una settimana la mascherina è obbligatoria su tutto il territorio regionale e per cercare di ovviare a questa situazione abbiamo messo a disposizione dei rider 250 mascherine. Grazie alla collaborazione della Cgil forniremo loro anche una guida in più lingue per lavorare in piena sicurezza».

La Cgil ha messo a disposizione dei rider che non dispongono di una mascherina un numero di telefono dedicato: contattando il numero 375.5893180 sarà possibile avere informazioni per ottenere l’adeguata protezione.

«Iniziamo oggi (mercoledì 15 aprile) a distribuire i dispositivi di protezione forniti dal Comune – conclude Francesco Chiesa, Nidil-Cgil e Toolbox -. Troviamo assurdo che sia un ente pubblico a fornirle, soprattutto perché la legge introdotta a novembre obbliga le applicazioni di food delivery a dotare i propri rider di dispositivi di protezione gratuiti che, ad oggi, non ci risulta siano stati consegnati. E' più di un mese che i 30 fattorini in bici, attivi in città, si attrezzano a proprie spese; solo Deliveroo garantisce un rimborso massimo di 25 euro per i prodotti sanitari acquistati. A Firenze un rider ha già ottenuto che un giudice obbligasse la piattaforma a fornire tutti i dispositivi di protezione individuale. Anche noi siamo pronti a ricorrere alle vie legali nel caso in cui le applicazioni non forniscano immediatamente quanto dovuto».

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