Su di lui pendeva un mandato di arresto europeo con l’accusa di tratta di esseri umani e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per evitare di essere estradato e consegnato alle autorità greche, che lo avevano condannato a 25 anni di reclusione, un cittadino turco di 33 anni ha cercato di imbarcarsi giovedì scorso (8 aprile) su un volo diretto in patria, dove si sarebbe sentito più al sicuro.
I suoi piani sono però saltati dopo che la Polizia di Stato in servizio alla frontiera dell’aeroporto di Orio al Serio lo ha identificato e fermato. Il giovane è accusato di aver fatto transitare illegalmente nel 2014 decine di persone tra la Turchia e la Grecia.
La Polizia ha anche scoperto che il trentatreenne, sotto falso nome, era stato arrestato in Italia a luglio del 2015 sempre per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’occasione era stato bloccato in acque territoriali italiane su di una goletta di 30 metri, battente bandiera statunitense, con a bordo 124 stranieri di varia nazionalità, tra cui parecchie donne e minori che avevano dichiarato di essere partiti 5 giorni prima dalla Turchia.
A poppa era trainato anche un gommone che, secondo il modus operandi delle organizzazioni criminali che gestiscono queste tratte irregolari di uomini, sarebbe stato utilizzato dagli scafisti trasferire i migranti dall’imbarcazione alla terraferma. Il trentatreenne turco è stato trasferito nel carcere di Bergamo, dove è detenuto a disposizione dell’autorità giudiziaria.