Condannato l'agente immobiliare che nel 2010 fu accusato di stupro anche in Bergamasca
Omar Confalonieri diede della droga a una coppia e poi violentò la donna davanti alla loro figlia: 6 anni e 4 mesi di reclusione. Il precedente nella nostra provincia
Condannato con rito abbreviato a sei anni e quattro mesi di reclusione Omar Confalonieri, l'agente immobiliare di 48 anni che, dallo scorso novembre, era in carcere con l'accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni dopo aver drogato una coppia e abusato della donna.
Confalonieri ha dei precedenti anche in Bergamasca, l'ultimo dei quali si era concluso nel 2010 con un'archiviazione del caso. Tre anni prima, infatti, una giovane donna (allora 35enne) residente a Grumello del Monte aveva denunciato l'uomo, accusandolo di averla narcotizzata e successivamente violentata. Nel 2009 Confalonieri ricevette inoltre una condanna dal Tribunale di Monza per aver stordito con sonniferi e abusato di una diciottenne sua collega in una zona agricola di Lentate sul Seveso.
Tornato in libertà dopo aver scontato la pena e aver completato un percorso rieducativo, l'uomo è diventato successivamente il titolare dell'agenzia immobiliare “Confalonieri Real Estate”, con sede a Milano. È proprio con lo stesso modus operandi dei casi precedenti che il 2 ottobre 2021, nell'hinterland milanese, Confalonieri ha stordito con massicce dosi di benzodiazepine una coppia che lo aveva incontrato per un aperitivo poiché interessata all'acquisto di un box, abusando poi della donna davanti alla figlia dei due, piccolissima.
L'agente immobiliare era stato arrestato ed era finito in carcere il 6 novembre con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. Inizialmente, la Procura aveva chiesto una condanna a dieci anni e quattro mesi per tutte e tre le accuse, ma il gup Massimo Baraldo lo ha invece assolto dal sequestro di persona, condannandolo a sei anni e quattro mesi in rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena).
I legali del 48enne, hanno fatto sapere che si riserveranno di «impugnare» la sentenza, spiegando inoltre che gli esiti della perizia psichiatrica (che hanno riconosciuto l'uomo capace di intendere e volere) disposta dal gup «non ci trovano d'accordo».