Tenore di vita troppo alto

Confiscati beni per 1,3 milioni all’ex assessore Bellavita, latitante per dieci anni in Romania

La misura è stata emessa dalla Corte d’Appello di Brescia nei confronti dell'ex commercialista di Bergamo: aveva la delega al Bilancio in Provincia. Sta scontando 19 anni di reclusione per reati economici

Confiscati beni per 1,3 milioni all’ex assessore Bellavita, latitante per dieci anni in Romania

La Guardia di Finanza e la Polizia di Stato di Bergamo hanno dato esecuzione, nella mattinata di oggi, a un provvedimento di confisca di beni immobili e valori per circa 1,3 milioni di euro nei confronti di Gianpaolo Bellavita, ex commercialista e già assessore provinciale al Bilancio tra il 1999 e il 2004.

Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione della Corte d’Appello di Brescia a conclusione di una lunga attività d’indagine, avviata nel 2022 su proposta congiunta del Questore di Bergamo e del Procuratore della Repubblica di Brescia. Gli accertamenti economico-finanziari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza hanno ricostruito un patrimonio accumulato illecitamente nel corso degli anni attraverso operazioni fraudolente e società di comodo.

 

Bellavita, radiato dall’Albo dei commercialisti nel 2005, è attualmente detenuto nel carcere di Viterbo, dove sta scontando una pena complessiva di 19 anni, 8 mesi e 11 giorni di reclusione per una serie di reati tra cui truffa aggravata ai danni dello Stato, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta e false comunicazioni sociali.

Le indagini hanno accertato che, fino alla sua carcerazione nel 2022, l’ex professionista aveva gestito un complesso sistema di società e prestanomi con cui era riuscito ad accumulare illecitamente oltre 15 milioni di euro, impiegati poi per l’acquisto di immobili e beni ora confiscati. Dalla documentazione esaminata e dalle movimentazioni finanziarie transnazionali è emersa una sproporzione significativa tra il suo tenore di vita e la capacità economica dichiarata.

Consapevole delle indagini in corso, Bellavita fuggì nel 2011, rifugiandosi in Romania sotto falso nome, dove rimase latitante per oltre dieci anni. È stato arrestato dalle autorità rumene su mandato di cattura nazionale per uso di documenti falsi e successivamente estradato in Italia.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, la sua latitanza sarebbe stata agevolata da una società bergamasca di cui era amministratore di fatto, che trasferiva denaro su conti rumeni per sostenerlo economicamente.

«La complessa attività svolta in stretta sinergia tra le due Forze di Polizia e l’Autorità giudiziaria bresciana – si legge in una nota congiunta – testimonia l’impegno congiunto nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria e nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, con l’obiettivo di impedirne l’utilizzo e il reimpiego di denaro di provenienza illegale».