Due conti sul Festival di Sanremo Quanto (ci) costa e quanto incassa
Il Festival di Sanremo è giunto alla terza serata dell’edizione 2016 e il pubblico, sebbene diviso tra chi critica e chi apprezza, si dimostra sempre affezionato alla storica kermesse. La sera di giovedì 11 febbraio, infatti, sono stati mediamente 10 milioni e 461mila i telespettatori, con il 47,8 percento di share. Un dato inferiore alla terza serata dello scorso anno, quando i telespettatori furono 10 milioni e 586mila (share del 49,51 percento) e anche a quella della seconda serata andata in onda mercoledì 10 febbraio, quando i telespettatori sono stati 10 milioni e 747mila (share del 49,91 percento). Nel complesso fino ad ora gli ascolti sono andati molto bene e lo staff di Carlo Conti, alla sua seconda conduzione consecutiva del Festival, si sta dimostrando all’altezza dell’esperienza del 2015. In realtà, però, l’edizione in corso ha qualcosa in più rispetto alle precedenti: è costato meno e ha guadagnato di più.
Un'edizione al risparmio. A fare i conti in tasca all’edizione 2016 del Festival di Sanremo è stato Riccardo Stella su Libero, che sottolinea come, sebbene non si possa parlare di edizione low-cost, si tratti comunque di una delle edizioni meno care degli ultimi anni. Ma che, soprattutto, dovrebbe chiudersi con un attivo a dispetto dei passivi choc degli anni passati. Giancarlo Leone, direttore di Rai 1, ha dichiarato prima del via della kermesse che «a fine Festival dovremmo chiudere un bilancio in attivo tenendo conto dei 16 milioni necessari per le spese di produzione e dei 22 alla voce entrata». 6 milioni di euro di segno più dunque, frutto di un’attenta spending review e di una consistente crescita delle entrate pubblicitarie. Rispetto al 2015, il costo della produzione è stato tagliato di circa 1,5 milioni. Considerando l’edizione 2014, il taglio sale a 2 milioni; addirittura 4 milioni in meno rispetto al 2013. Complessivamente, i 16 milioni spesi quest’anno sono così ripartiti: 8 milioni di euro per la rete, 5 milioni per la convenzione con il Comune di Sanremo e 3 per la produzione televisiva e i costi industriali.
I conti in tasca a Conti. Da che Sanremo è Sanremo, però, ad attirare l’attenzione di giornalisti e telespettatori “contabili” sono i cachet di conduttore, vallette/valletti e superospiti. Stando a quanto riportato da La Stampa, Carlo Conti è decisamente il Paperone di questa edizione, con un incasso di 550mila euro, 50mila in più rispetto all’anno passato. Va detto, inoltre, che Conti ha la certezza di incassare la stessa cifra anche l’anno prossimo, visto l’accordo siglato per il Festival che lo vedrà come conduttore anche nell’edizione 2017, e che, complessivamente, da “mamma Rai” l’anchorman intasca quasi tre volte tanto, dato che è riuscito a strappare accordi economici separati per ogni programma che conduce (L’Eredità, Tale e Quale, I migliori anni). Resta il fatto che, soffermandoci soltanto sul Festival, i suoi 550mila euro di quest’anno sono meno di quelli intascati dai suoi predecessori: Fabio Fazio, sebbene fosse un uomo Rai, nel biennio 2013 e 2014 si prese 700mila euro circa a conduzione; Gianni Morandi, nel 2011 e nel 2012, 800mila euro; stessa cifra per Antonella Clerici nel 2010. Il “record” va però a Paolo Bonolis, che nel 2009, al suo secondo Festival, chiese e ottenne un cachet di poco superiore al milione di euro.
Elton John, superospite di quest'anno così come Nicole Kidman, è stato pagato circa 300mila euro.
Gabriel Garko ha diviso 85mila euro con Virginia Raffaele per partecipare al Festival.
Virginia Raffaele (qui imita Donatella Versace nella terza serata del Festival) ha diviso 85mila euro con Gabrile Garko.
Madalina Ghenea ha preso 15mila euro per essere al Festival.
Il vero risparmio: coconduttori e ospiti. Non bastano però 50mila euro di risparmio sul conduttore a giustificare un guadagno di 6 milioni di euro, un segno più lontanissimo dai profondi rossi che il Festival ha fatto segnare in passato (tra il 2010 e il 2013 le perdite furono comprese tra i 5 e gli 8 milioni), tanto da portare addirittura la Corte dei Conti a denunciare l’insostenibile situazione. Aiutano molto, invece, i bassi cachet (bassi si fa per dire) dedicati ai coconduttori, ovvero Madalina Ghenea, Virginia Raffaele e Gabriel Garko. La modella e attrice romena ha accettato una cifra bassissima se paragonata a quelle del passato: 15mila euro. Altri 85mila euro, invece, se li dividono parimenti la Raffaele e Garko, con quest’ultimo che, visto l’apporto quasi nullo che sta dando al Festival, ha fatto veramente l’affare della vita. Ma anche i superospiti avrebbero accettato cifre lontane da quelle solitamente destinate a chi calca il palco dell’Ariston da non concorrente, stando a quanto riportato da Libero: Elton John e Nicole Kidman, punte di diamante di questa edizione, sarebbero stati pagati 300mila euro l’uno, la metà circa di quanto invece incassarono, per 10 minuti di ospitata, personaggi come Mike Tyson, John Travolta e Hugh Grant. Laura Pausini si sarebbe presa 250mila euro, cifra bassa se si considera il tempo passato sul palco sanremese e lo spettacolo messo in piedi, ma comunque leggermente più alta di quella destinata, rispettivamente, a Eros Ramazzotti, ai Pooh e a Renato Zero (che sarà ospite il 13 febbraio, la sera della finale). Dietro questi c’è Elisa, sul palco il 12 febbraio.
Queste ultime cifre, però, non sono ufficiali: soltanto i cachet dei conduttori, infatti, sono stati resi pubblici mentre circa gli ospiti si tratta di indiscrezioni circolate in rete su diverse testate. Indiscrezioni che, secondo qualcuno, sarebbero soltanto bufale. Laura Pausini, sul proprio profilo Facebook, ha dichiarato (attraverso il proprio staff): «Sarà nostra premura denunciare le persone e le testate che hanno riportato cifre assolutamente inesistenti riguardo il compenso della nostra artista. In Italia va di moda voler diffamare le persone inventando di tutto e di più. Quindi non solo smentiamo categoricamente le cifre (ce ne sono parecchie a seconda delle testate) che leggiamo, ma vi invitiamo a non fidarvi delle testate che le riportano».
[Orari di punta per spot a Sanremo - Listino RAI Pubblicità]
Quanto costa uno spot a Sanremo. Per quanto si possa stringere la cinghia, Sanremo resta un evento assai costoso. Ciò che dunque è veramente cambiato è la politica con cui viale Mazzini ha affrontato il tema degli introiti derivanti dal Festival. I 22 milioni di euro che, da previsione, dovrebbero arrivare nelle casse della kermesse sono la dimostrazione di come la Rai abbia finalmente deciso di sfruttare appieno il potenziale pubblicitario abnorme di una manifestazione seguita mediamente ogni sera da quasi la metà dei telespettatori italiani. Ben 21 di questi 22 milioni, infatti, dovrebbero arrivare da sponsor e pubblicità. Altri 800mila euro, invece, saranno frutto della vendita dei biglietti (i cui prezzi oscillano dai 100 euro del ticket singolo per la galleria ai 1.290 dell’abbonamento per tutte e cinque le serate in platea). I restanti 200mila euro saranno merito di altre sponsorizzazioni minori o istituzionali, tra cui spicca quella della Regione Liguria. A foraggiare maggiormente le casse del Festival quest’anno sono TIM, Suzuki, Orogel e Unicredit, main sponsor a cui sono stati destinati degli spazi creati ad hoc da 45 secondi a serata (costo di 2 milioni e 310mila euro per 5 passaggi totali) e i noti billboard in apertura e in chiusura di programma (20 passaggi tv al costo di 600mila euro). Per il resto, RAI Pubblicità ha messo “in vendita” svariati spazi pubblicitari.
[Prezzo spot per ogni fascia oraria a Sanremo - Listino RAI Pubblicità]
Stando al listino pensato appositamente per il Festival, il piazzamento del marchio nelle anteprime della serata viene 250mila euro, mentre i piccoli minispot da dieci secondi circa all’interno del programma arrivano a costare 665mila euro totali. I più classici spot da 15 secondi, invece, vedono i propri prezzi variare nettamente a seconda dell’orario in cui vanno in onda: il break delle 21.15, ad esempio, nelle prime tre serate ha un prezzo di 198mila euro, mentre nella finale sale a 204mila. In generale gli spazi più richiesti sono quelli nei break compresi tra le 21.15 e le 21.45 e le 22.25 e le 23.05. Per capire la portata di queste cifre, Fanpage ha compiuto un raffronto con quello che, al momento, si può definire il programma di punta Mediaset, ovvero C’è posta per te, che vanta ascolti alti e stabili. Un investimento pubblicitario sicuro insomma. Ebbene, 30 secondi di spot durante i break della trasmissione del sabato di Maria De Filippi arrivano a costare al massimo 96mila euro stando ai listini di Publitalia. Una differenza enorme, soprattutto in un periodo storico in cui il mercato pubblicitario fatica a ritrovare spinta dopo la crisi. Merito del potere attrattivo del Festival.