Che cosa contiene il ddl Cirinnà tra coppie gay e stepchild adoption
Continua ad essere rimandato, ma prima o poi il voto sul ddl Cirinnà, quello relativo alle unioni omosessuali, dovrà essere effettuato dal Parlamento italiano. Ogni mese di questo 2015 sembrava poter essere quello buono, ma la precedenza è sempre stata data ad altro: prima all’elezione del Presidente della Repubblica, poi alla nuova legge elettorale, alla riforma costituzionale e ora alla legge di stabilità. Un po’ per calendario, dunque, e un po’ anche per calcoli politici, l’approvazione o meno del testo sulle unioni civili avverrà probabilmente ad inizio 2016. Ma il tema è caldissimo già da diversi mesi, per la delicatezza del tema e per la bilancia politica: all’interno del Pd c’è chi spinge, chi frena e chi non si capisce, Ncd è sulle barricate, il M5S è diviso, la Lega un giorno è contraria e l’altro è favorevole, in Forza Italia si scontrano le anime cattoliche e quelle laiche senza un punto di accordo. Nel contempo la Chiesa ha a più riprese fatto sentire la propria voce, definendosi quantomeno perplessa rispetto alle unioni e categoricamente contraria alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. La situazione, insomma, è piuttosto confusa.
[Maria Elena Boschi e Monica Cirinnà]
Cosa dice il ddl Cirinnà. Anzitutto occorre capire bene quali siano le eventuali nuove norme contenute nel disegno di legge in questione. Come noto, si tratta di dare legittimità giuridica ai legami fra persone omosessuali, ed è per questo che si prevedrebbe in primo luogo l’istituzione di un registro nazionale apposito, in ogni Comune, delle unioni civili. Già qui è necessaria una precisazione: non si tratterebbe di una equiparazione al matrimonio così come previsto dal codice civile, che regola solo quello fra uomo e donna, ma della creazione di un nuovo istituto giuridico denominato appunto “unione civile”. Sono elencati, poi, i fisiologici requisiti con i quali è possibile istituire un rapporto del genere (maggior età, capacità di intendere e volere e, naturalmente, medesimo sesso) oltre alle clausole impeditive: altro vincolo matrimoniale vigente, parentela fra i richiedenti... Per quanto riguarda il regime patrimoniale, si specifica che le due parti avrebbero un obbligo di assistenza morale e materiale reciproco, e che per la disciplina previdenziale e pensionistica, compresa la tanto discussa pensione di reversibilità (ovvero la previsione per cui in caso di morte di uno dei due coniugi, l’altro abbia diritto a continuare a ricevere almeno una parte della pensione del defunto), si applicherebbero le norme relative al matrimonio tradizionale. Stesse regole anche per quanto riguarda le successioni in caso di morte di una delle due parti.
[Angelino Alfano, leader di Ncd]
Il grande nodo: l’adozione. Ma il tema più caldo e fulcro del dibattito politico e non solo è quello relativo alla possibilità per una coppia omosessuale di adottare un bambino. Secondo il ddl Cirinnà così come è uscito dalle ultime modifiche, non è fatta alcuna menzione per quanto riguarda l’adozione di bambini completamente terzi rispetto ai due contraenti, cosa che significa che non sarebbe possibile. Si parla invece dell’istituto della cosiddetta stepchild adoption. Si tratta di una previsione per la quale, in sostanza, sarebbe legale l’adozione del figlio biologico da parte del compagno omosessuale. Ciò significa che se una persona ha un figlio, naturale ma anche adottato, insieme ad un altro soggetto, e possedendone la tutela e la potestà decide di stipulare un’unione civile con un individuo del medesimo sesso, quest’ultimo può diventare a tutti gli effetti genitore del bimbo. Si tratta della norma che divide maggiormente, e sui cui la Chiesa e molti parlamentari cattolici stanno facendo sentire la propria voce.
[Flash mob di Roma Pride sotto il Campidoglio]
Una questione politicamente delicata. Come accennato in principio, il panorama politico è parecchio caotico. La novità più recente riguarda la decisione del Governo di concedere ai parlamentari il voto segreto al momento della pronuncia sull’articolo relativo alle stepchild adoption. Come dichiarato sia da Renzi che dalla Boschi, l’intento è quello di lasciare libertà di coscienza assoluta in merito ad una decisione così delicata, lasciando ciascuno libero da eventuali logiche di partito. Richiamo alla coscienza personale effettuato anche da monsignor Galantino, che parlando a nome della Chiesa ha detto che «non faremo appelli, spero che il parlamentare non abbia bisogno del giogo del prete. Confidiamo nella coscienza dei cattolici». Certo è che da questo voto, nel momento in cui verrà effettuato, potrebbero scoppiare casi politici tutt’altro che irrilevanti: Ncd ha minacciato di far crollare il Governo in caso di approvazione, Renzi, a cui delle unioni civile tutto sommato interessa poco e che anzi ha già mostrato una certa avversione all’istituto della stepchild adoption, è preoccupato di non perdere pezzi sia all’interno dello stesso Pd che fra gli alleati di Governo, le opposizioni sono divise fra desiderio di dare una spallata all’esecutivo e la necessità di offrire una certa immagine mediatica rispetto a questi temi. Se ne capirà qualcosa in più a fine anno, di certo per il momento ciò che regna è il caos.