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L'ospedale di Seriate tra quelli identificati dalla Regione per la cura del Coronavirus

L'ospedale di Seriate tra quelli identificati dalla Regione per la cura del Coronavirus
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Gli ospedali di Seriate, Crema e Lodi sono i primi tre presidi sanitari individuati da Regione Lombardia per il trattamento delle persone contagiate da Coronavirus e, in particolare, per la cura di quei pazienti meno complessi che non necessitano di essere ricoverati in terapia intensiva, bensì nei reparti di pneumatologia. La conferma è stata data dall'assessore regionale al welfare Giulio Gallera nel corso della consueta conferenza stampa per fare il punto sulla situazione epidemiologica tenutasi nel pomeriggio di lunedì 2 marzo.

«Gli esperti segnalano che alcuni pazienti possono aver bisogno di assistenza respiratoria senza dover essere ricoverati nelle terapie intensive - ha precisato Gallera -. Per questo stiamo acquistando CPAP, una sorta di caschi che una volta indossati aiutano la respirazione delle persone utilizzando ossigeno. Questi presidi, così come altri macchinari portatili di ausilio respiratorio, sono collocabili in qualsiasi reparto ospedaliero. I dati dicono che in circa la metà dei pazienti trattati con questi macchinari, la malattia regredisce. Inoltre, stiamo cercando di aumentare il numero dei posti letto nelle terapie intensive degli ospedali lombardi, ad oggi ne stiamo recuperando circa 200 in tutta la regione».

Per questa ragione, la Giunta regionale ha approvato oggi una delibera che prevede lo stanziamento di 40 milioni destinati all’acquisto di macchinari che consentano di aumentare e migliorare le rianimazioni, oltre ad ulteriori 10 milioni che serviranno invece per assumere 100 nuovi medici e 200 infermieri. Inoltre, è da ieri in vigore una norma che prevede l’esenzione dal pagamento del super-ticket per tutti i lombardi.

Nel corso della conferenza, l'assessore Gallera ha aggiornato i numeri relativi ai contagi sul territorio lombardo. Ad oggi, risultano positive 1254 persone (243 delle quali in Bergamasca). 478 soggetti sono ricoverati in ospedale, 127 quelli nelle terapie intensive, mentre sono 472 i pazienti asintomatici. Purtroppo si registra anche un aumento delle vittime, salite a 38 nel corso della giornata.

Emergono anche buone notizie: sono salite a 139 le persone dimesse e trasferite a casa. Tra i soggetti guariti ci sono anche i primi due pazienti provenienti dalla “zona rossa” e tra quelli in via di guarigione si registrano anche le dimissioni dalla terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di due pazienti a cui il Coronavirus aveva causato una grave insufficienza respiratoria. Tornati nel reparto di pneumologia, se le condizioni continueranno a migliorare si prevede che tornino a casa nel giro di quattro o cinque giorni. Sempre al Papa Giovanni, dalle 24 febbraio ad oggi, dalle malattie infettive sono state dimesse 11 persone, alcune poste in auto isolamento perché positive al tampone ma prive di sintomi, altre completamente guarite.

È poi previsto un incontro in videoconferenza tra l'assessore Gallera e i Consigli di Rappresentanza dei sindaci della Lombardia, dove verrà strutturato un piano di presidio, informazione e accompagnamento per le persone anziane, così da supportarli nella quotidianità. «Dai dati in nostro possesso risulta che circa il 53 per cento dei 1254 casi risultati positivi sono nella fascia dai 65 anni in su; tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva gli over65 rappresentano circa il 68 per cento del totale - ha concluso Gallera -. Si tratta della fascia di popolazione più debole in caso di contagio della malattia. Per questo ribadiamo a tutti coloro che hanno questa età l'invito a uscire di casa il meno possibile per 15 giorni, riducendo così i contatti con le altre persone. Per ridurre al massimo la diffusione del virus serve che tutti coloro che hanno avuto contatti diretti con una persona positiva rimangano a casa».

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