Il dato sui ricoveri: a Bergamo va benino, ma anche la Regione lentamente migliora
L'espansione del virus continua ma pare stia rallentando. Gli incrementi di persone che finiscono in ospedale sono sostanzialmente stabili anche nelle terapie intensive
di Paolo Aresi
Nel momento in cui arriva questo “lockdown” moderato, ben diverso da quello che bloccò tutto il Paese a marzo e aprile, la situazione della Lombardia dà qualche segno positivo, cioè di lieve rallentamento nell'espansione del virus. Espansione che continua, i numeri salgono, ma in maniera meno violenta di quanto si temeva: il tasso di incremento dei ricoveri appare stabile nell'ultima settimana. Potrebbe essere un esito delle prime, parziali restrizioni decise quindici giorni fa.
La Bergamasca, in particolare, continua a essere una zona relativamente tranquilla; i numeri della nostra provincia non sono tali da giustificare una chiusura delle attività, ma anche la nostra terra fa parte della Lombardia e quindi è finita nella “zona rossa” insieme a Milano, Monza Brianza e Varese che, invece, stanno affrontando un’epidemia forte, sebbene la situazione non si possa paragonare a quella vissuta dalle nostre parti nello scorso marzo. È vero che nella settimana dal 28 ottobre al 4 di novembre il numero di ricoverati per Covid-19 nei nostri ospedali è raddoppiato passando da 198 a 397 pazienti (94 sono al Papa Giovanni, 78 a Treviglio, 79 a Romano, 59 al Policlinico San Pietro, 20 a Seriate, 8 ad Alzano, 10 a Lovere, 9 a Piario, 7 a Gazzaniga, 33 all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo), ma diversi di questi provengono dal Milanese e dalla Brianza. Per esempio, al Policlinico San Pietro su 59 pazienti, circa quaranta arrivano da Milano e Monza Brianza. Il trenta per cento dei ricoverati al Papa Giovanni arriva da oltre il confine della provincia. I ricoverati alla Gavazzeni per la maggior parte si trovano in clinica per altre ragioni, ma sono stati trovati positivi al tampone.
Il numero che tuttavia fotografa meglio la gravità della situazione è quello dei ricoverati per Covid nella terapia intensiva: in Bergamasca sono trentadue, di cui ventiquattro al Papa Giovanni; anche in questo caso, diversi vengono da fuori provincia. Segno che Bergamo se la sta cavando in maniera che non è drammatica.
Allarghiamo lo sguardo. In tutta la Lombardia, mercoledì il numero dei ricoverati in terapia intensiva era 507, con un incremento di trentadue casi rispetto a martedì, mentre il numero dei ricoverati nei reparti Covid (non in terapia intensiva) era di 5.018, con un incremento di 278 ricoverati rispetto a martedì. E questo è il punto. Per rendersi conto della situazione, oltre al numero dei malati in terapia intensiva, è importante guardare quante persone vengono ricoverate negli ospedali. In particolare bisogna prestare attenzione a come si sviluppa il numero giorno per giorno. È quella che si dice “la curva” dei ricoveri.
Se guardiamo gli incrementi di ricoveri in ospedale e in terapia intensiva nella Lombardia, scopriamo che siamo davanti a una sostanziale stabilità. Il numero dei “casi giornalieri in più” si è posto - nell'ultima settimana - in uno stato di equilibrio e i prossimi giorni saranno decisivi: o si riprende a salire oppure si scende. E tutti ci auguriamo che si scenda.