Cosa è e come funziona l'obbligo vaccinale previsto per il personale sanitario
Gli operatori sanitari, farmacisti compresi, che rifiutano il vaccino anti-Covid rischiano di essere demansionati, sospensi dall'ordine professionale, oppure di non ricevere più lo stipendio
Gli operatori sanitari, farmacisti compresi, non potranno più rifiutarsi di essere vaccinati contro il Covid. Altrimenti, si corre il rischio di essere demansionati, sospensi dall'ordine professionale, oppure di non ricevere più lo stipendio.
Il nuovo decreto legge approvato ieri, mercoledì 31 marzo, in Consiglio dei Ministri, oltre che prevedere una proroga delle restrizioni in vigore fino al 30 aprile, ha introdotto anche l’obbligo vaccinale per tutte quelle categorie che lavorano a stretto contatto con persone anziane, fragili e malate.
Di questa norma si era tornato a discutere vista l’insorgenza di alcuni focolai in ospedali o case di riposo, dopo che il personale aveva rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione. Per ragioni di tutela di salute pubblica, quindi, è stato introdotto l’obbligo vaccinale per qualsiasi professionista che svolga la propria attività nelle strutture sanitarie o sociosanitarie, pubbliche e private, ma anche farmacie, parafarmacie e studi professionali.
Le possibili sanzioni
Quest’obbligo sarà in vigore fino al 31 dicembre; la vaccinazione diventa quindi un requisito essenziale per l’esercizio della professione.
Secondo quanto riporta il quotidiano online Open, un operatore sanitario che rifiuterà il vaccino potrà essere sospeso solo nei casi in cui non sarà possibile assegnarlo a una mansione diversa, che non implichi il contatto con altre persone e, di conseguenza, faciliti la diffusione dell’infezione. In caso di sospensione dal lavoro non è dovuta la retribuzione.
Nel caso in cui un professionista fosse demansionato potrebbe vedersi anche ridotto lo stipendio; inoltre, questo provvedimento potrà essere revocato qualora la persona sanzionata cambiasse idea, decidendo di farsi vaccinare.
Come funziona
Secondo quanto si apprende, gli ordini professionali hanno cinque giorni di tempo dall’entrata in vigore del nuovo decreto legge, il prossimo 7 aprile, per trasmettere alle Regioni gli elenchi con i nominativi degli iscritti che, a loro volta, verificheranno chi si è vaccinato e chi no.
Le persone non ancora vaccinate saranno contattate dalle Ats che prima inviteranno loro a produrre un certificato di avvenuta vaccinazione, poi scatterà l’invito a vaccinarsi.