Cosa ha detto di così grave il Nobel accusato di commenti sessisti

Tim Hunt è uno stimatissimo biochimico inglese, che nel 2001, per i suoi studi sul ciclo cellulare, si meritò addirittura il Premio Nobel per la Medicina. Stimatissimo, perlomeno fino a un paio di giorni fa. Hunt, infatti, è stato coinvolto, o meglio si è cacciato, in una vicenda di sessismo e di discriminazione: il casus belli è stata una dichiarazione rilasciata durante una conferenza stampa avvenuta ai margini della Conferenza mondiale del giornalismo scientifico, tenutasi nei giorni scorsi a Seoul in Corea del Sud, in cui lo scienziato si è lasciato andare ad una battuta a proposito delle sue colleghe di laboratorio. E prontamente, è scoppiato il putiferio.
Le parole di Hunt. Durante la conferenza stampa, svoltasi il 9 giugno, Hunt ha avuto modo di toccare l’argomento colleghi e, soprattutto, colleghe. Il clima dell’intervista era rilassato e informale, e Hunt si è trovato talmente a proprio agio da esclamare un paio di frasi che, col senno di poi, mai e poi mai avrebbe detto: «Lasciate che vi spieghi qual è il mio problema con le ragazze... tre cose possono succedere quando ci sono delle ragazze in un laboratorio... Ti innamori di loro, loro si innamorano di te, e quando le critichi si mettono a piangere». Non pago, Hunt ha anche proposto, fra il serio e il faceto, ma più probabilmente ben più sul secondo, di creare laboratori maschili e femminili, convinto che il lavoro di tutti ne gioverebbe assai. Apriti cielo.
Le durissime reazioni. Ad informare il mondo delle parole di Hunt, che fra l’altro già in passato venne accusato di maschilismo, ci ha pensato Connie St Louis, direttrice del programma di giornalismo scientifico alla City University di Londra, attraverso un polemico tweet, in cui la donna si chiedeva se per caso «Hunt non creda di essere ancora nell’età vittoriana». Nel giro di poche ore, tutto il mondo, o meglio una buona parte di esso, si è rivoltato contro il povero Tim, reo di aver pubblicamente espresso dichiarazione sessiste e discriminatorie. Persino la Royal Society, l’accademia nazionale inglese della scienza di cui Hunt è apprezzato membro dal 1991, con un comunicato ufficiale si è dichiarata del tutto estranea alle parole dello scienziato, affermando che «i commenti di Tim Hunt non riflettono il nostro pensiero». E poi: «La Royal Society è convinta che per raggiungere il miglior obiettivo possibile, la scienza debba utilizzare le capacità dell'intera popolazione». Insomma, il mondo scientifico ha bisogno anche delle donne. Oltre alle accuse del mondo scientifico, su tutti i social network si sono scatenate migliaia di donne che si sono sentite offese dalle parole di Hunt, generando una bagarre mediatica davvero incredibile.
La risposta di Hunt e le dimissioni. Da par suo, Hunt ha è rimasto piuttosto spiazzato da tutte queste reazioni, fino a che, nella giornata di mercoledì 10 giugno ha deciso finalmente di farsi sentire. Naturalmente, lo scienziato si è scusato, affermando di essere «molto dispiaciuto, non pensavo che ironie dette di buon cuore venissero prese così seriamente, e mi dispiace che molta gente si sia sentita offesa. Non intendevo assolutamente sminuire il ruolo delle donne nella ricerca scientifica». Ma Tim chiude le proprie scuse con una frase interessante: «A dire il vero, sono semplicemente stato sincero». Come a dire: io con le donne non ho nessun problema, riporto semplicemente ciò che ho constatato lavorando. E forse, le sue parole sarebbe dovute essere prese proprio in questo senso, come un ironico aneddoto relativo alla sua vita professionale, e nulla più. Fatto sta che Hunt, in seguito a tutta questa vicenda, ha deciso di dimettersi dal ruolo di docente ad honorem alla City University di Londra, viste le pressioni pazzesche subite in questi giorni. Un vero peccato per il mondo accademico e per tutto il campo dell’insegnamento scientifico perdere un professionista di questo calibro per un puro malinteso.
La risposta su Twitter delle scienziate.
Later that day, I filled this Bronze Age ditch with my womanly archaeology tears #distractinglysexy pic.twitter.com/r8UTTCCqSg
— Becca⚡️ (@BeccaPritchy) 11 Giugno 2015
Still #distractinglysexy after a full day of cell culture. Didn't even cry this time, so proud! #HeyaTimHunt pic.twitter.com/RdAxxLJ1fY
— Lucie de Beauchamp (@lu_debeauchamp) 11 Giugno 2015
I had 3 marriage proposals after this talk. Shame I cried too much to accept #distractinglysexy #captioncompetition pic.twitter.com/Bv8yYmKhMK
— Sammie Buzzard (@TreacherousBuzz) 11 Giugno 2015
I'm really glad that Curie managed to take a break from crying to discover radium and polonium #distractinglysexy pic.twitter.com/txYVHoidK5
— Amy Remeikis (@AmyRemeikis) 11 Giugno 2015
To save you all time, I have designed an easy to print off sign for your lab. You are welcome. #distractinglysexy pic.twitter.com/3LAPboJhb4
— Steve Diggle (@stevediggle) 11 Giugno 2015
Science Fact: big rolls of paper in the Chem Labs are actually for the tears of lady scientists #distractinglysexy pic.twitter.com/Dl1ipDyM0a
— Mikkaila (@mikkaila) 11 Giugno 2015