Cosa succede a Expo di notte (perché si lavora e si fa festa)
Chi ha detto che l’Expo chiude alle 23 (nei weekend alle 24)? L’Expo non chiude mai: la notte lungo il Decumano è piena di lavoro e, per certi versi, anche di molta vita. È l’Expo che nessuno può vedere; sono le ore che iniziano quando il pubblico normale defluisce verso i tornelli. Proprio i quegli istanti c'è chi si appresta ad entrare. Sono ben 7mila le persone che lavorano di notte, con i più diversi compiti, che vanno dalla pulizia alla sicurezza, dagli allestimenti per gli eventi del giorno successivo sino al recupero del cibo avanzato da redistribuire nelle mense dei poveri. E poi c’è chi, dopo aver lavorato tutta la giornata, pensa che Expo sia il posto giusto per fare un po’ di festa e baldoria. Insomma, quella di Expo è roba da mille e una notte.
Non si butta via niente. Uno dei punti fermi nel progetto di questa Expo è la sostenibilità e la lotta agli sprechi. Non un progetto facile da realizzare, ma la macchina ha provveduto a organizzare un sistema che permetta agli avanzi dei 179 ristoranti (a cui vanno aggiunti bar e punti ristoro dei padiglioni) che ogni giorno sfamano migliaia di persone di non andare sprecati. Tutte le notti una cargo bike con il logo del Banco Alimentare fa la spola tra le cucine e il container refrigerato dove si conservano gli alimenti che possono durare nel tempo. Raccoglie, scarica, poi riprende il suo giro. Stessa cosa fuori dal supermercato Coop, il supermercato del futuro immaginato dal genio avveniristico di Carlo Ratti e che ha riscosso un successo clamoroso (per entrarci di giorno dovete mettere in conto un po’ di coda…): qui un carretto di servizio carica le merci in scadenza o difettate che vengono poi portate al punto di raccolta Caritas.
Pulizia e sicurezza. Contemporaneamente entrano in azione i camion dell’Amsa, l’azienda della raccolta rifiuti milanese, che passano di padiglione in padiglione a ramazzare i sacchi di immondizia. La notte è anche il momento della manutenzione, dei rifornimenti, degli allestimenti speciali. Una “citttà” che di giorno è libera di motori (c’è solo la navetta che gira attorno al perimetro per agevolare i visitatori negli spostamenti), di notte si popola di ogni mezzo. È stato calcolato che ne entrano sino a 400 a notte. La gran parte sono quelli che, dopo l’una, hanno accesso all'area per rifornire i mille punti vendita o ristoro di Expo. Ma non pensate che si possa entrare fischiettando… I controlli sono ferrei: appena fuori dal perimetro dell'Esposizione sono attivi i militari guidati dal colonnello comandante Luca Franchini, che controllano tutti gli automezzi che entrano nell'area. Molti i controlli con i cani per rilevare l'eventuale presenza di esplosivi, armi o munizioni. Poi un controllo di tipo chimico radiologico, sempre per intercettare l'eventuale presenza di sostanze stupefacenti o minacce di altro genere. Nel caso in cui ci fosse qualche sospetto, entra in gioco un team specialistico IEDD (Improvised Explosive Device Disposal). Ma in quasi 150 giorni di Expo non è mai scattato nessun allarme. Ultimi ad arrivare sono i mezzi delle pulizie, il cui ingresso avviene ogni mattina alle sei: due ore per pulire tutto, perché alle 8 entrano i circa 4.500 lavoratori di Expo che si preparano alla nuova giornata.
La movida segreta. La notte che si chiude, però, non è solo una notte di lavoro. Expo, una volta chiuso al pubblico, è anche location di grandi feste, spesso autorganizzate, dove i ragazzi che ogni giorno, per questi sei mesi, permettono a noi visitatori di vivere un'esperienza unica, si sfogano. È un fenomeni spontaneo, esuberante e travolgente (di cui ogni tanto si è anche perso un po' il controllo). I luoghi di appuntamento sono i più vari e, spesso, insospettabili. Giappone, Russia, Svizzera risultano tra i padiglioni più "spigliati". Il Cluster del Cioccolato segue a ruota. Ma il punto di ritrovo più frequentato è, un po' a sorpresa, il padiglione Alessandro Rosso, che sta defilato verso l’ingresso Roserio. Una voglia di baldoria contagiosa, cresciuta di settimana in settimana con l’approfondirsi delle conoscenze, delle amicizie e... delle relazioni. Così, alla fine di Expo, una delle voci che converrà mettere a bilancio sarà anche quella delle storie d’amore sbocciate ai bordi del Decumano.