Il parere di due studiosi

Cose scientifiche che diam per vere ma sono solo credenze infondate

Cose scientifiche che diam per vere ma sono solo credenze infondate
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Di gente che si ingolfa d’acqua perché convinta che faccia bene all’organismo, o che si dedica ad assurde pratiche neurologiche per risvegliare quell’inutilizzato 90 percento del cervello è pieno il mondo. Poveri illusi, avranno pensato Rachel Vreeman e Aaron Carroll, docenti di pediatria presso l’Università dell’Indiana, Stati Uniti. Mossi da tanta compassione, hanno ben pensato di compilare un elenco di credenze scientifiche che molti di noi danno per assodate ma che in realtà altro non sono che… credenze. Ce ne sono di ogni tipo, e certamente chiunque, di almeno un paio, ne erano irremovibilmente certi.

 

1) Bisogna bere 8 bicchieri d'acqua al giorno

Fin da quando siamo bambini, i nostri genitori ci hanno sempre insegnato a bere tanta acqua, perché fa bene ai reni, al sangue, allo stomaco e via dicendo. Quanto? La dose è pressoché canonica, e si tramanda da intere generazioni: 8 bicchieri belli pieni al giorno. Trattasi, però, di una gran fesseria, che oltre a non apportare alcun beneficio potrebbe addirittura provocare irreparabili danni: perché se è vero che il quantitativo di liquidi che dobbiamo assumere quotidianamente si aggira intorno agli 8 bicchieri (secondo un dettato del Nutrition Council del 1945), è vero anche che si parla appunto di “liquidi”, e non per forza di acqua. Vengono ricompresi, dunque, anche caffè, latte, succhi di frutta, spremute, e tutti quei liquidi presenti nei cibi. Gli alcoolici ovviamente non valgono, ça va sans dire. Eccedere  con il consumo di acqua, al contrario, e si parla di ingerire un litro e mezzo in una sola ora, può provocare un’intossicazione d’acqua, che può portare al coma e addirittura alla morte.

 

2) Leggere in semioscurità fa male

Altro concetto che ci siamo sentiti ripetere fin dall’infanzia è quello che vuole un’adeguata illuminazione quando si legge, pena la lesione delle nostre capacità visive. Ora, stante l’ovvia considerazione che una potente e vicina luce rende la lettura molto più confortevole e comoda, è una falsità bella e buona che leggere nella semioscurità, così come con lettere e caratteri troppo piccoli, danneggi la nostra vista. Tutto ciò che può accadere, al massimo, è un leggero appannamento una volta tirati su gli occhi dal libro, che però dopo qualche ora di riposo sparisce senza lasciare alcuna traccia.

 

3) Un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto

Altrettanto falsa è la diceria per cui un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto. Ora, al di là del fatto che se così fosse, considerando tutti i fulmini caduti fin dall’origine della Terra, non ci sarebbe più mezzo centimetro di spazio disponibile per lo sfogo di queste affascinanti scariche elettriche, pensate che sul solo Empire State Building, il celebre grattacielo di New York, cadono circa un centinaio di fulmini l’anno, tutti sulla sua punta. E così vale per qualsiasi altro luogo del mondo.

 

4) Tagliare i capelli li rafforza

E che dire di coloro che ostinatamente e con un’ostinazione che rasenta l’ossessione, si tagliano i capelli ogni settimana convinti che li rafforzi e addirittura che li scurisca? Non ce ne vogliano i parrucchieri, ma è doveroso avvertire che si tratta di una teoria senza fondamento: semplicemente, il capello è più spesso alla base che alla punta, e quindi appena tagliato sembra che sia più robusto e sano. Tutto qui.

 

5) Unghie e capelli crescono anche dopo la morte

Piccola parentesi macabra: ma credete sul serio che, anche una volta morti, unghie e capelli continueranno a crescerci? Suvvia. Per quanto i più accaniti sostenitori di questa tesi possano anche portare testimonianze di questa strampalata diceria, la ragione sta tutta nella disidratazione della pelle: perdendo totalmente i propri liquidi in seguito al decesso, la pelle si insecchisce e si ritira, fin quasi a scomparire (anzi, col tempo fino a sparire per davvero), dando così l’effetto ad unghie e capelli di essere cresciuti. Semplicemente, ne è venuta fuori la radice.

 

6) Usiamo solo il 10 percento del nostro cervello

A teorizzare che un essere umano utilizza solamente il 10 percento del proprio cervello fu niente meno che Albert Einstein, che di intuizioni geniali nella vita ne ha avute parecchie, ma che in questo caso ci permettiamo la tracotanza di affermare che aveva preso una sonora cantonata. Se utilizzassimo realmente solo un decimo della nostra materia grigia, riusciremmo forse a compiere i movimento più elementari, come battere gli occhi e respirare. Di ragionare e pensare non se ne parlerebbe nemmeno. La verità è che il nostro cervello lo usiamo tutto intero; il punto, semmai, è utilizzarlo bene.

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