Covid, la crescita dell'incidenza in Bergamasca sta rallentando. I dati Comune per Comune
Il tasso di nuovi positivi su base settimanale raggiunge i 2.291 nuovi casi ogni 100 mila bergamaschi, ma per l'Ats la crescita non sarebbe più esponenziale come nelle ultime settimane
Continua a crescere l’incidenza settimanale dei contagi in provincia di Bergamo, che passa dai 1.708 positivi agli attuali 2.291 nuovi casi ogni 100 mila bergamaschi. Tuttavia, rispetto alla scorsa settimana, emerge un elemento nuovo.
«La parziale novità di questa settimana è che l’incremento appare più di natura lineare che non esponenziale, come è stato nelle ultime quattro settimane – sottolinea l’Ats di Bergamo -. Però, prima di poter affermare di essere in presenza dei primi timidi segnali di raffreddamento della curva è opportuno verificare l’effetto della riapertura delle scuole, nonché la diminuzione della richiesta di tamponi che, apparentemente, si sta verificando in questi giorni».
Nel complesso, dal 5 all’11 gennaio, nella nostra provincia si sono contati 25.711 positività, contro le 19.168 della settimana precedente (ossia 6.543 in più, una crescita pari al 34,1 per cento su base settimanale).
Le aree più e meno colpite
I territori con tassi d’incidenza più elevati, superiori alla media provinciale, risultano essere l’Ambito dell’Isola Bergamasca (2.636 casi incidenti ogni 100 mila abitanti contro i precedenti 1.988), Valle Imagna e Villa d'Almè (2.572 contro i precedenti 1.902), Treviglio (2.480 contro i 1.643 rilevati la scorsa settimana) e Dalmine (2.420 contro i precedenti 1.719).
Gli Ambiti territoriali che al contrario hanno tassi inferiori alla media provinciale, pur in crescita rispetto alla settimana precedente, sono: Val Brembana (1.821 nuovi casi ogni 100 mila abitanti contro i 1.114 di una settimana fa) e Val Seriana Superiore e Val di Scalve (1.829 nuovi casi contro i 917 di una settimana fa).
Nel complesso, invece, sono 132 i Comuni in cui si registra un tasso d’incidenza settimanale di contagi superiore a quello medio bergamasco.
«Una maggiore copertura vaccinale in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di un’elevata risposta immunitaria attraverso la terza dose di richiamo – ribadisce l’Ats -, rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto dell’epidemia, anche sostenuta da varianti emergenti».
Nelle persone vaccinate con ciclo completo (più con l’eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, l’incidenza di contagio si riduce per una quota pari al 65,5-76,1%, mentre le probabilità di malattia grave diminuisce dell’82,9-93,3% per i ricoveri ordinari e dell’89,9-97,1% per le terapie intensive. Il tasso di decessi cala invece di una quota pari al 78,9-96,7%.