Cresce il contagio in Bergamasca: dal 3 al 9 novembre 295 casi. I dati Comune per Comune
L'Ats di Bergamo: «In linea con la tendenza nazionale si denota una moderata crescita della curva epidemica»
Le prime avvisaglie di una rinnovata diffusione dei contagi erano già emerse nei giorni scorsi. Ora sono state confermate dal monitoraggio settimanale dell’Ats di Bergamo: dal 3 al 9 novembre le positività conteggiate sono state 295, ossia 116 in più rispetto a quelle contenute nella precedente analisi (+64,8%).
Compie un balzo in avanti anche l’incidenza complessiva settimanale calcolata a livello provinciale, che passa da 16 a 26 contagi ogni 100 mila bergamaschi: «In linea con la tendenza nazionale – commentano da via Galliccioli -, si denota una moderata crescita della curva epidemica».
In linea con questa tendenza è anche la diminuzione del numero dei Comuni in cui non sono stati accertati contagi, che passano da 168 a 146. Di conseguenza, nessun Ambito Territoriale risulta essere Covid free. Il focolaio scoppiato nella scuola materna di Zanica, invece, sarebbe completamente rientrato, visto che l’Agenzia di tutela della salute ha confermato che non è stato diagnosticato alcun nuovo contagio da Covid.
I territori con tassi d’incidenza più alti, secondo il monitoraggio dell’Ats, risultano essere gli ambiti della Val Cavallina e di Monte Bronzone - Basso Sebino, rispettivamente con 49 e 46 casi ogni 100 mila bergamaschi. Gli Ambiti con i tassi più bassi sono invece la Val Seriana, la Valle Imagna e Villa d’Almè, rispettivamente con 10 e 11 nuovi casi per 100 mila abitanti.
«Il quadro epidemico – sintetizza l’Ats - pur mantenendosi su contenuti livelli di criticità, grazie agli elevati livelli di copertura vaccinale a livello provinciale (l'88,7% della popolazione target si è sottoposta ad almeno la prima dose e l'86% ha completato il ciclo vaccinale), evidenzia come la diffusione del virus abbia ripreso a crescere».
Secondo un recente studio del servizio epidemiologico dell’Ats, anche in provincia di Bergamo, la positività, a parità di tasso di utilizzo di tampone molecolare, sia ampiamente superiore nelle persone non vaccinate rispetto a chi ha completato il ciclo d’immunizzazione. Il che significa che «i non vaccinati presentano livelli di positività ben superiori ai vaccinati; ciò comporta un rischio aggiuntivo importante di ricovero».
Per questa ragione l’Ats invita tutti coloro che non si sono vaccinati ad aderire alla campagna vaccinale, ma anche chi ha ricevuto la seconda dose da almeno 6 mesi, o rientra nel target previsto (in particolare le persone fragili), a prenotare la terza dose “booster” per mantenere un adeguato livello di copertura immunitaria.