Danni all'ambulanza e minacce ai soccorritori: a Zingonia momenti di follia contro la Croce Bianca
«Tiro fuori la pistola»: pomeriggio da incubo quello del 29 giugno, ma per le forze dell'ordine è un «semplice sinistro»
È stata una mezz'ora lunghissima, di paura, minacce e aggressioni verbali - e non solo - quella che giovedì pomeriggio, 29 giugno, ha dovuto affrontare l'equipaggio, composto da tre persone, di un'ambulanza della Croce Bianca di Boltiere, intervenuta in Piazza Affari a Zingonia (Verdellino).
L'intervento
I soccorsi erano stati chiamati per un paziente che lamentava difficoltà respiratorie e vertigini, per il quale è stato valutato un codice giallo. I problemi per l'equipaggio sono arrivati quando, scesi dall’abitazione dell'uomo soccorso, si sono trovati ad affrontare un ragazzo che lamentava di non poter uscire dal parcheggio dove aveva lasciato l'auto perché l'ambulanza ne ostruiva il passaggio.
Il mezzo infatti era stato lasciato nel piazzale in fermata, con motore acceso e lampeggianti attivi, nella posizione che l'autista aveva ritenuto migliore per le operazioni di soccorso, nonostante ostruisse effettivamente il passaggio a un paio di veicoli in sosta.
I danni all'ambulanza
I toni del ragazzo, presumibilmente di origini nordafricane, sono stati subito minacciosi con frasi dure, riportate nella relazione stessa poi dai soccorritori: «Spostate quella cazzo di ambulanza che devo uscire»; e ancora: «Io in Italia quando sbaglio pago e adesso paghi tu».
Salito in macchina, ha poi urtato intenzionalmente l'ambulanza per due volte consecutive, creando danni consistenti al portellone laterale. Così, mentre il paziente era stato lasciato fuori dal palazzo con una collega, l'altra si è avvicinata all'auto per fotografarne la targa. Anche lei è stata così aggredita verbalmente dal ragazzo, che è poi salito nuovamente in auto per ingranare la marcia in direzione dell’autista e della soccorritrice vicini, che si sono spostati, evitando di essere travolti.
La minaccia della pistola
«Ti sposti o tiro fuori la pistola», l’ulteriore minaccia del giovane. L'autista, dopo aver cercato di spiegare che avrebbero solo caricato il paziente e poi se ne sarebbero andati, vedendo che le minacce continuavano, ha deciso di chiamare la centrale operativa, rendendo noto anche all'aggressore dell'imminente arrivo delle forze dell'ordine. Il ragazzo di tutta risposta, salito in auto nuovamente, ha urtato un'altra volta l'ambulanza e questa volta anche un altro mezzo parcheggiato accanto, riuscendo così a uscire dal parcheggio.
Ma non è finita, perché, sceso di nuovo dall’auto, ha provato ancora una volta ad aggredire la soccorritrice ed è stato bloccato solo grazie all'aiuto di alcuni passanti che hanno preso le difese dei soccorritori. A quel punto, il giovane si è allontanato.
Non un "semplice sinistro"
I tre soccorritori sono così riusciti finalmente a caricare il paziente sull'ambulanza e hanno atteso l'arrivo delle forze dell'ordine, che si sono prese l'impegno di identificare il mezzo e il responsabile attraverso le telecamere. I soccorritori però, nella loro relazione, mostrano la propria delusione e rammarico, perché le forze dell’ordine avrebbero classificato i fatti come un "semplice sinistro".
Si chiedono quindi «se, un episodio del genere, considerata l'intenzionalità del sinistro, le ripetute minacce, l'aggressività verbale e l'interruzione di pubblico servizio per circa 30 minuti, possa essere considerato così».