Resterà ancora in Israele Dario Crippa, il 25enne bergamasco che faceva parte della Flotilla, la missione umanitaria diretta verso Gaza fermata dalle autorità israeliane. A differenza di 26 connazionali già in viaggio verso l’Italia, Crippa è tra i 15 italiani che non hanno firmato il foglio di rilascio volontario e che dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria, prevista per la prossima settimana.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che gli attivisti rimasti in stato di fermo «stanno bene» e che l’Ambasciata italiana a Tel Aviv è impegnata a garantire «un trattamento rispettoso dei loro diritti».
Un primo gruppo di 26 cittadini italiani che erano sulla Flottilla sta per lasciare Israele con un charter.
Li abbiamo inseriti in un volo della Turkish per Istanbul. Sono già stati trasferiti nella base aerea di Ramon e partiranno da aeroporto di Eilat.
Gli altri 15 italiani…— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 4, 2025
Secondo quanto riferito dall’assessora bergamasca Marzia Marchesi, il figlio si trova nel carcere di Kesdiot, nel deserto del Negev: «Sono in contatto con il consolato italiano a Tel Aviv – ha spiegato – mi hanno comunicato che Dario non figura tra i rientranti di oggi».
Nel frattempo un charter con 26 italiani è partito da Israele verso Istanbul e poi per l’Italia. I restanti 15, tra cui Crippa, «rimarranno ancora due o tre giorni in Israele perché non hanno voluto firmare la liberatoria», ha ribadito Tajani. Dal fronte della Flotilla, la portavoce del movimento Maria Elena Delia ha parlato di «detenzione illegale» e ha annunciato un esposto alla Procura di Roma per il sequestro degli attivisti e l’attacco subito in acque internazionali.
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A Bergamo, intanto, per le 18 è stato organizzato un presidio in centro città a sostegno dei partecipanti alla missione, con particolare attenzione al giovane concittadino ancora trattenuto in Israele.