Delitti Del Gaudio-Roveri, i dubbi della Procura sull'ipotesi di uno stesso killer
L’ombra di uno stesso assassino ignoto è tornata alla ribalta martedì (17 novembre), quando il genetista Giorgio Portera, consulente della difesa nell’ambito del processo che vede alla sbatta Antonio Tizzani, ha detto che c’è «una forte compatibilità» i dna ignoti trovati sulle due scene del crimine
Secondo il neoprocuratore di Bergamo Antonio Chiappani l’ipotesi di una stessa mano dietro gli omicidi di Gianna del Gaudio e Daniela Roveri, sgozzate entrambe a circa 4 mesi di distanza l’una dall’altra nel 2016, non regge. L’ombra che le due scene del crimine siano collegate da uno stesso assassino rimasto ignoto è tornata alla ribalta martedì (17 novembre) quando è stato chiamato a deporre in Corte d’Assise il genetista Giorgio Portera, consulente della difesa nell’ambito del processo che vede alla sbatta Antonio Tizzani, ferroviere in pensione unico imputato (a piede libero) per la morte della moglie Gianna.
In aula Portera ha detto che c’è «una forte compatibilità» tra l’aplotipo Y del dna prelevato dai guanti trovati insieme al taglierino ritenuto essere l’arma del delitto di Gianna Del Gaudio e lo stesso aplotipo prelevato sul volto di Daniela Roveri. In particolare, tutti e 23 i marcatori della traccia genetica sarebbero sovrapponibili e, come se non bastasse, dal confronto del cromosoma Y, che indica un soggetto maschile, con i circa 90 mila profili contenuti nella banca internazionale non è emersa alcuna compatibilità. Elementi che secondo la difesa escluderebbero non soltanto la colpevolezza dell’imputato, ma rafforzerebbero anche la tesi che ad aver ucciso la professoressa in pensione sia stato un misterioso incappucciato. Secondo quanto pubblicato dall’Eco di Bergamo la Procura valuterà se sia il caso di procedere ad ulteriori accertamenti (il fascicolo del caso Roveri è stato archiviato ma può essere riaperto in caso di novità) ma l’ipotesi di un serial killer non sarebbe credibile, anche perché dopo i due omicidi non sarebbe più tornato in azione, almeno fino ad oggi.
La tesi sostenuta dal pm Laura Cocucci è che Gianna Del Guadio sia stata uccisa al termine di una lite in famiglia; secondo il medico legale consulente della difesa però il delitto avrebbe più i tratti di un’esecuzione militare che civile. Al contrario, Antonio Tizzani si è sempre detto innocente, raccontando di aver visto la notte dell’omicidio un uomo incappucciato che, dopo essere stato sorpreso a frugare nella borsa della moglie, sarebbe fuggito. Ad alimentare il giallo vi è poi il mistero della sparizione della collana che Gianna era solita indossare, ma che non è mai stata trovata dagli inquirenti. Così come non furono mai ritrovati la borsa, il telefonino e un anello appartenenti a Daniela Roveri.