lo ha deciso la Cassazione

Delitto di Yara Gambirasio, il caso sui reperti torna in Corte d'Assise a Bergamo

La Suprema Corte, ritenendo ammissibili gli ultimi due ricorsi presentati dai legali di Bossetti, ha stabilito che gli atti tornino a Bergamo

Delitto di Yara Gambirasio, il caso sui reperti torna in Corte d'Assise a Bergamo
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Tutti gli atti saranno rimandati al tribunale di Bergamo. La Corte di Cassazione ha ritenuto ammissibili gli ultimi due ricorsi presentati dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, legali difensori di Massimo Bossetti, che da tempo chiedono di poter esaminare i reperti (e in particolare i campioni genetici) riguardanti l’omicidio di Yara Gambirasio.

La battaglia giudiziaria dura da tempo: dopo che per tre volte la Cassazione aveva disposto l’annullamento dei provvedimenti emessi dalla Corte d’Assise di Bergamo, giovedì (7 aprile) la Suprema Corte ha stabilito di rimandare gli atti a Bergamo, così che sempre la Corte d’Assise possa esprimere un giudizio di legittimità e di merito. «A Bergamo chiederemo udienza pubblica – ha scritto l’avvocato Salvagni -. Che tutti possano assistere, vedere, capire, sapere cosa accade (e cosa è accaduto) in questo processo».

L’omicidio di Yara, per il quale è stato condannato in via definitiva il muratore di Mapello, è tornato alla ribalta alla fine di marzo, quando un articolo apparso sul Corriere della Sera ha svelato un’inchiesta della procura di Venezia che ha aperto un fascicolo per frode in processo e depistaggio e starebbe indagando proprio sullo stato di conservazione della traccia genetica di “Ignoto 1”. Indagini nate da una denuncia presentata dai legali di Bossetti.

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