9 morti, 7 feriti

«Di che religione sei?», poi gli spari Le manie del killer dell'Oregon

«Di che religione sei?», poi gli spari Le manie del killer dell'Oregon
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Nella prima mattina americana di ieri, introno alle 10.30 (le 19.30 italiane), il 26enne Chris Harper Mercer, studente dell’università Umpqua di Roseburg, nell’Oregon, ha compiuto una strage all’interno dello stesso campus: armato di tre pistole e un fucile, ha ucciso 9 persone e ne ha ferite almeno altre 7, prima di coinvolgersi in una sparatoria con le forze dell’ordine da cui non ne è uscito vivo, non è ancora chiaro se per mano di un agente o per suicidio. Si tratta dell’ennesima follia omicida avvenuta in un’università statunitense, proprio a pochi giorni dal discorso di Obama in cui il Presidente annunciava di voler prendere drastiche misure in merito alla possibilità dei cittadini di detenere armi, proprio per evitare che accadessero episodi quali quello che, drammaticamente, è avvenuto ieri.

I fatti di Roseburg. Chris, come detto, si è presentato ieri mattina presso il campus di Umpqua, di cui era studente, armato di tre pistole e un fucile e, a quanto pare, vestito persino di un giubbotto antiproiettile, allacciato sopra una camicia scura. Entrato nell’università, Mercer ha cominciato ad entrare in ciascuna classe, e dopo aver chiesto ad ogni studente a che fede religiosa appartenesse, faceva fuoco: per uccidere in caso di cristiani, per ferire in caso di una qualsiasi altra risposta. L’allarme è stato lanciato intorno alle 10.40, e nel giro di pochissimo la polizia è arrivata alla Umpqua, ingaggiando uno scontro a fuoco con Chris che l’ha visto, infine, morire. Nel frattempo, però, Mercer aveva fatto a tempo ad uccidere nove persone, fra studenti e insegnanti, e ferirne altre sette. Successivamente, le uscite della scuola sono state subito bloccate, così da consentire alle forze dell’ordine di perquisire l’intero istituto, in cerca di eventuali complici o ordigni eventualmente piazzati dal giovane per ingigantire ulteriormente la strage. Fortunatamente, nulla è stato trovato.

Oregon School Shooting
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Friends and family wait for students at the local fairgrounds after a deadly shooting at Umpqua Community College, in Roseburg, Ore., Thursday, Oct. 1, 2015. (AP Photo/Ryan Kang)

ADDITION APTOPIX Oregon School Shooting
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ADDS NAMES OF WOMEN - Jessica Vazquez, left, hugs her aunt Leticia Acaraz as they await word on Acaraz's daughter at the local fairgrounds after a shooting at Umpqua Community College in Roseburg, Ore., on Thursday, Oct. 1, 2015. (AP Photo/Ryan Kang)

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Police search students outside Umpqua Community College in Roseburg, Ore., Thursday, Oct. 1, 2015, following a deadly shooting at the college. (Mike Sullivan/Roseburg News-Review via AP)

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Students, staff and faculty are evacuated from Umpqua Community College in Roseburg, Ore. Thursday, Oct. 1, 2015, after a deadly shooting. (Michael Sullivan/The News-Review via AP) MANDATORY CREDIT

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Authorities respond to a report of a shooting at Umpqua Community College in Roseburg, Ore., Thursday, Oct. 1, 2015. (Michael Sullivan /The News-Review via AP) MANDATORY CREDIT

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Friends and family are reunited with students at the local fairgrounds after a deadly shooting at Umpqua Community College, in Roseburg, Ore., Thursday, Oct. 1, 2015. (AP Photo/Ryan Kang)

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Hannah Miles, right, sits with her sister Hailey after Hannah was reunited with her family in Roseburg, Ore., on Thursday, Oct. 1, 2015, after a deadly shooting at Umpqua Community College. (Andy Nelson/The Register-Guard via AP) MANDATORY CREDIT

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Students, staff and faculty are evacuated from Umpqua Community College in Roseburg, Ore. after a deadly shooting Thursday, Oct. 1, 2015. (Michael Sullivan /The News-Review via AP) MANDATORY CREDIT

L’annuncio sui social. Emergono, col passare delle ore, aspetti sempre più inquietanti della vicenda. Su tutti, il fatto che già mercoledì sera Chris avesse annunciato la strage che di lì a poche ore avrebbe compiuto. Per farlo aveva scelto la piattaforma di 4chan, un social network piuttosto celebre negli Usa. Pubblicato da un utente anonimo, che gli inquirenti ritengono essere Mercer, il post recitava: «Ragazzi qualcuno di voi è ok, non andate a scuola domani se siete nel nord ovest». L’utente ha successivamente esplicitato le sue intenzioni omicide, e la cosa più assurda in assoluto è che i commenti ricevuti sono stati tutti di incoraggiamento e di consiglio su come muoversi al meglio: «Prendi di mira una scuola femminile, ci sono meno possibilità che un maschio beta ti disarmi...Non usare un fucile a pompa, meglio uno d’assalto e una pistola. Oppure due pistole…». Il possibile Chris chiudeva le conversazioni dicendo: «Domani sarà un giorno glorioso, e il mondo sarà migliore». Come detto, non c’è ancora certezza che si tratti effettivamente di lui, la polizia sta indagando, ma tutto lascia credere che dietro a quel folle utente ci possa essere stato proprio Mercer.

Chris, fra Ira e odio religioso. Come si può facilmente intuire dalla narrazione dei fatti, il motore primo che ha spinto Chris a compiere questa strage è l’odio religioso, in particolare nei confronti dei cristiani. Scandagliando i vari profili social del ragazzo, la polizia ha potuto verificare come Mercer si definisse pubblicamente un “conservatore” convinto, nonché un grande oppositore di ogni forma di religione organizzata. Non solo, pare che fosse anche un grande simpatizzante dell’Ira, il braccio armato dei rivoluzionari irlandesi del secolo scorso che combatterono per l’indipendenza dal Regno Unito. Le sue manie avrebbero soffiato sul fuoco dei suoi disturbi mentali, come ha spiegato anche la madre. Si vestiva sempre nello stesso modo, racconta chi lo conosceva, era un ragazzo «ansioso, introverso, fragile». Inoltre, sempre dai suoi profili social, è emerso come Mercer fosse particolarmente affascinato da eventi drammatici che hanno portato perfetti sconosciuti sotto i riflettori dei media, come ad esempio il duplice omicidio a danno di due colleghi commesso dall’ex giornalista americano Vester Flanagan, oppure la strage di Newton avvenuta per mano Adam Lanza sul finire del 2012. Tutto questo ha portato Guido Olimpio, giornalista del Corriere, a ritenere che ci sia una forte connessione fra follia omicida e desiderio di notorietà, tanto che un individuo può essere spinto a commettere gesti del genere più per brama di fama che per particolari (e tremendi) ideali: «Cercano soluzioni ai loro problemi (veri o presunti) ma anche notorietà. Vogliono uscire dal tunnel di follia dove nessuno si accorge di loro con un gesto eclatante. Che ai loro occhi non è un atto criminale, bensì un passo inevitabile e dovuto. Killer che puntano ad emergere in modo violento attirando l’attenzione generale».

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