Diario di un tifoso da Rovetta #12 Un malinconico ultimo giorno
Con l’allenamento a porte chiuse di questa mattina, va in archivio il ritiro 2017 di Rovetta. Ieri pomeriggio, i giocatori hanno ricevuto gli ultimi applausi dalla tribuna del Marinoni, gremita come nei giorni precedenti ma forse un po’ più malinconica proprio a causa dell’addio alla Dea. Svolgere la parte fondamentale della preparazione estiva in Alta Val Seriana è diventata una tradizione piacevole e fortunata per l’Atalanta. Negli ultimi undici anni solo una volta i nerazzurri sono andati lontano da Rovetta: era l’estate del 2009, in sella c’era Gregucci e la stagione si concluse con un’amara retrocessione. Per il resto, dal 2007 a oggi solo Rovetta e solo obiettivi centrati: otto permanenze in Serie A, condite da un arrivo nella metà sinistra della classifica (noni con Delneri nel '07/'08) e dalla fresca stagione dei record, una promozione nella massima serie. In dieci anni si sono visti quattro diversi allenatori: mister Colantuono detiene il record di presenze (cinque), seguito dalla coppia Gasperini-Delneri con due ritiri a testa. Chiude Edy Reja, con la sola edizione del 2015. Diciamolo forte e chiaro: bisogna ringraziare la società Atalanta per la decisione di effettuare i ritiri in territorio amico. C’è chi storce il naso per la presenza di qualche allenamento a porte chiuse, ma basta allargare lo sguardo alle altre squadre del nostro campionato per capire che nella stragrande maggioranza dei casi la scelta è quella di cercare privacy e isolamento. Il Chievo è l’unica compagine, oltre all’Atalanta, ad aver scelto la propria provincia. Cagliari, Crotone e Milan sono rimaste nelle rispettive regioni, poi per il resto tutti molto lontani dalla loro sede originaria.
Bilancio finale. Questi quindici giorni di lavoro sono stati molto positivi, soprattutto per quanto riguarda la situazione in infermeria. Nessun giocatore ha accusato infortuni di seria entità: Joao Schmidt negli ultimi giorni si è allenato a parte a causa di un fastidio alla bandelletta ileo tibiale, ma il recupero non dovrebbe essere cosa lunga. Gasperini & Co. hanno fatto lavorare molto i giocatori, prestando particolare attenzione a tre diversi filoni. Il lavoro atletico è stato effettuato spesso e volentieri nei boschi di Lantana, perfetti grazie alla temperatura più fresca e alla planimetria ondulata. Sul campo, oltre al lavoro tattico svolto prevalentemente a porte chiuse, lo staff tecnico ha cercato di mantenere sempre alta l’intensità: possessi palla in tutte le salse, sfide sui tiri e partitelle a tema l’hanno fatta da padrone, per il divertimento di chi osservava dalla tribuna. Ieri pomeriggio, come dicevamo, c’è stata l’ultima seduta a porte aperte: tutti in gruppo tranne Joao Schmidt, che ha svolto qualche esercizio con la palla in solitario, e Mattia Caldara, affaticato alla schiena in seguito al lavoro fisico che sta svolgendo per recuperare il tempo perso. Dopo il consueto lavoro in palestra, i giocatori sono scesi in campo per tre quarti d’ora abbondanti, tutti occupati da una partitella giocata sul lato corto del campo. A turno qualche giocatore si è staccato per andare a esercitarsi al tiro.
Parola ai tifosi. In queste due settimane abbondanti abbiamo parlato con molti appassionati arrivati in valle per assistere ad allenamenti e amichevoli. Ottimismo e grande attesa regnano sovrani: non capita tutti gli anni che il consenso sul mercato sia praticamente unanime. Del resto una società che ha agito con tale tempestività presentando ai nastri di partenza una rosa così completa non merita altro. I tanti volti nuovi e poco conosciuti dai non addetti ai lavori destano meno preoccupazione che in passato grazie alle recenti esperienze vissute con de Roon e Freuler, ad esempio, mentre gli arrivi nel reparto offensivo fanno letteralmente sognare. Ilicic raccoglie consensi con la sua classe innata; Orsolini sembra poter essere l’arma a sorpresa, magari a partita in corso; Cornelius piace molto e forse abbiamo trovato chi può finalmente sconfiggere la maledizione della maglia numero 9. Nel sondaggio che abbiamo svolto sabato 16 luglio, gli atalantini hanno previsto un’ottima stagione per la loro squadra: settimi in campionato, qualificati nel girone di Europa League e finalisti in Coppa Italia. Il sorteggio sfortunato nella coppa nazionale rende forse più difficile del previsto centrare la finale di Roma, ma siamo sicuri che il presidente Percassi metterebbe la firma per centrare questi risultati. In queste belle settimane, molti tifosi hanno colorato le tribune con magliette. La maggioranza si è divisa fra campioni contemporanei (Papu su tutti) e nomi personali, ma è stato molto divertente cercare e trovare qualche perla del passato. Fra vecchie glorie e carneadi ce n’è per tutti i gusti: da Caccia a Carrera, da Nichi Ventola a Paganin, passando addirittura per Antonino D’Agostino, che forse si stupirebbe in prima persona sapendo che c’è ancora chi porta orgoglioso la maglia della Dea col suo nome sulle spalle.
Sfide europee. Con stasera si apre la seconda fase dell’estate atalantina, caratterizzata da una doppia sfida internazionale in preparazione dell’Europa League. Alle 20.30 di stasera si giocherà il Trofeo Bortolotti contro il Lille, in una partita che promette scintille. Si fronteggeranno infatti due veri e propri guru del calcio internazionale: Gian Piero Gasperini da una parte, Marcelo “Loco” Bielsa dall’altra. Domani, invece, l’Atalanta partirà per il mini-ritiro di San Gallo: cinque giorni in Svizzera prima dell’amichevole di Altach contro il Borussia Dortmund. Queste due sfide saranno utilissime per abituare la squadra alle sei partite che dovrà affrontare da settembre a dicembre per superare il girone di Europa League. Gasperini ha ribadito più volte di voler trarre il massimo dall’avventura europea e il popolo atalantino non aspetta altro. Saranno giovedì di fuoco a Reggio Emilia e in giro per il continente.