Dipendente delle Poste rubò i soldi dei clienti: a processo il sospetto complice calabrese
Il 57enne ricevette 23mila euro dall'ex consulente, ma sostiene che si trattava di un prestito e che non sapeva fossero di altri
Nel 2019, quando lavorava per le Poste di via Locatelli a Bergamo, prosciugò i risparmi di una 92enne (poi deceduta) e di una coppia di anziani di 73 e 74 anni, che poi l'hanno denunciato: in tutto, si sarebbe preso circa 147 mila euro. Per questo motivo A. S. B., 42enne di origini calabresi ma residente in città, è stato condannato a 4 anni di carcere per peculato, confermati in Appello con ricorso da parte sua in Cassazione.
Il sistema del consulente
Il sistema che avrebbe impiegato, come riportato oggi (mercoledì 11 ottobre) dal Corriere Bergamo, di base era semplice: avrebbe falsificato le firme dei clienti, disponendo il rimborso anticipato per dei buoni fruttiferi e facendo poi partire degli assegni. L'uomo avrebbe anche scambiato la sua carta bancoposta con quella del settantenne e dovrà risarcire Poste italiane, parte civile nel processo, con 157.300 euro. La sentenza ha stabilito anche l'estinzione del rapporto di lavoro, ma il suo avvocato insiste sulla riqualificazione del reato in appropriazione indebita, perché era un consulente privato.
Il sospetto complice calabrese
Il denaro, poi, sarebbe stato riciclato da altri tre soggetti finiti a processo. Tra loro F. M. A., 57enne anche lui di origini calabresi, ma di stanza a Bergamo. che sostiene però di non avere niente a che fare con le somme sottratte, ma di avere conosciuto il condannato da cliente, quando l'altro era addetto allo sportello della sala consulenze. Voleva chiedere un prestito a poste Italiane, ha spiegato, ma non gliel'hanno concesso a causa dei suoi precedenti penali per riciclaggio, truffa e ricettazione.
Alla sbarra come testimone si è chiamato anche un poliziotto della Questura, che ha reso noto come F. M. A. fosse tenuto sotto controllo, tramite sorveglianza speciale, per un suo presunto passato da colletto bianco, per conto di qualche organizzazione calabrese. Un dettaglio, quest'ultimo, contestato dal suo avvocato, che ha affermato come non ci sia alcuna condanna per il proprio cliente in questo senso. la sorveglianza speciale gli fu revocata nel 2020, ma con notifica nell'aprile 2021.
La Difesa, tra l'altro, ha sostenuto che fu proprio il 57enne a denunciare il dipendente alla Polizia postale di Milano, aggiungendo che quei 23mila euro li avrebbe ricevuti da A. S. B. con l'impegno di restituirli con il dieci per cento di interessi, senza sapere che fossero stati sottratti alla 92enne. Sull'assegno, però, a quanto pare c'era il nome dell'anziana, fatto quindi su cui l'Accusa insiste. Il denaro fu versato sul suo conto il 17 giugno del 2019, poi circa due giorni dopo li prelevò tutti.
Gli altri presunti complici dell'ex consulente sono E. C., 62enne di Reggio Calabria, e V. Z. L. T., 52enne ivoriana di Asti.