Disastro ferroviario di Pioltello, dieci persone rinviate a giudizio. Processo al via a ottobre
Le vittime furono tre, tra cui due donne bergamasche. Le accuse sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e violazione delle normative sulla sicurezza
Il gup di Milano Anna Magelli ha disposto oggi (lunedì 21 giugno) il processo per dieci persone, tra cui Maurizio Gentile, ex ad di Rete ferroviaria italiana e attuale commissario straordinario per la messa in sicurezza della A24 e A25 e la stessa Rfi, imputate per il disastro ferroviario del 25 gennaio 2018 a Pioltello, nel Milanese.
Nell'incidente, in cui deragliò il treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, oltre a numerosi feriti ci furono tre vittime, di cui due bergamasche: Pierangela Tadini, 50 anni, di Misano Gera d'Adda, e Ida Milanesi, 61 anni, di Caravaggio. La terza vittima fu Giuseppina Pirri, 39 anni, di Capralba.
L'avvio del processo è stato fissato per il 12 ottobre prossimo. Respinta l'istanza di patteggiamento per Ernesto Salvatore, all'epoca responsabile del Nucleo Manutentivo Lavori di Treviglio di Rete ferroviaria italiana, che aveva chiesto di patteggiare a tre anni e mezzo di carcere.
Oltre a Gentile e a Rfi, a processo andranno altri sette dirigenti e dipendenti della società, imputati sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Le accuse sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e violazione delle normative sulla sicurezza.
Per la Procura, quello di Pioltello fu un disastro causato da una lunga serie di «omissioni» nella «manutenzione» e nella «sicurezza», messe in atto, per i pm, solo per risparmiare. Una maxi relazione, redatta dai consulenti della Procura, aveva stabilito che l'incidente fu causato dallo spezzone di rotaia di 23 centimetri che si spezzò per «un danneggiamento ciclico irreversibile generato da condizioni di insufficiente manutenzione».