a treviglio

Discussione sull'irrigazione di un campo degenera e parte un colpo di pistola

Una famiglia di agricoltori accusa il camparo di aver sparato ad altezza d'uomo. Opposta la sua versione: avrebbe sparato in aria per difendersi da un forcone

Discussione sull'irrigazione di un campo degenera e parte un colpo di pistola
Pubblicato:
Aggiornato:

Una delle parti in causa dice che l’altra ha sparato un colpo di pistola ad altezza uomo. La seconda sostiene che il colpo l’ha sparato in aria e per legittima difesa, essendo stato aggedito. Fatto sta che lo sparo c’è stato, entrambe le parti hanno sporto denuncia e ora sarà compito degli investigatori scoprire chi ha torto e chi, invece, ha ragione.

A rendere noto il fatto, che risale al 3 giugno, è stato Corriere Bergamo. Tutto è nato da una lite per irrigare un campo a Treviglio, avvenuta tra la famiglia Monzio Compagnoni e Pier Angelo Moriggi, dipendente comunale e camparo, ossia chi gestisce i turni d’irrigazione regolando i flussi delle rogge. È stato quest’ultimo a esplodere il colpo.

Secondo la versione riportata dai fratelli Monzo Compagnoni, il camparo sarebbe arrivato al loro campo coltivato soltanto dopo aver ricevuto numerosi solleciti, visto che il flusso d’acqua per irrigare le piante era assai debole. Ne sarebbe nata una discussione, degenerata al punto che Moriggi avrebbe estratto la pistola ad altezza d’uomo; il colpo sarebbe partito in aria perché uno dei fratelli lo ha colpito con una zappa.

Opposta la versione del camparo: sarebbe stato lui ad essere stato aggredito per primo con un forcone e avrebbe sparato in aria per legittima difesa, facendo desistere i due fratelli dall’aggressione.

Come detto, le persone coinvolte nella lite sono andate poi in ospedale per farsi medicare e ottenere un referto, prima di sporgere denuncia. Nel frattempo, la polizia ha sequestrato la pistola, anche perché Moriggi avrebbe un porto d’armi sportivo e, di conseguenza, può usare l’arma solo al poligono.

Seguici sui nostri canali