Disperato si dà fuoco in auto, nel pomeriggio genitori manifestano solidarietà al Papa Giovanni
Un gruppo di genitori ha annunciato di voler manifestare a sostegno del giovane padre che a Romano si è quasi tolto la vita
Ha destato scalpore la decisione presa da un giovane padre di 33 anni che per protestare contro le istituzioni, colpevoli a suo dire di ostacolarlo nel vedere il figlio, si è dato fuoco in auto nel pieno centro di Romano di Lombardia.
Oggi pomeriggio (23 febbraio), dalle 16 alle 19, un gruppo di genitori «di nessuna preferenza politica», specifica un comunicato, manifesteranno davanti all’ospedale Papa Giovanni XXIII il proprio sostegno nei confronti del trentatreenne.
Il giovane padre, fortunatamente, ha riportato solo poche ustioni ed è stato salvato da una pattuglia dei carabinieri che si era messa sulle sue tracce dopo aver ricevuto la notizia che l’uomo stesse per compiere un gesto inconsulto nei confronti di una delle persone che riteneva responsabili della sua condizione. Il trentatreenne si sarebbe dato fuoco proprio nel momento in cui si sarebbe accorto della pattuglia, reagendo in modo imprevedibile.
La mobilitazione a sostegno del padre, nelle intenzioni dei promotori, servirebbe per informare e sensibilizzare quanta più gente possibile in merito «alla notevole gravità di leggi troppo datate», continua la nota stampa, che non riuscirebbero «a regolamentare il contatto tra i figli e i genitori di entrambi i sessi».
Nella nota stampa si cita anche l’inchiesta “Angeli e Demoni”, riguardante le vicende degli affidi illeciti a Bibbiano e in Val d'Enza, al termine della quale è stato condannato a quattro anni di reclusione lo psicoterapeuta Claudio Foti. «Tale condanna mette in luce le difficoltà di regolamento dei rapporti affettivi da parte dei tribunali – prosegue il comunicato dei genitori – e la presenza delle istituzioni che difficilmente regolamentano i rapporti affettivi; intanto si nota la filiera di professionisti che lucrano sulle separazioni».