Moussa Sangare è tornato, nella mattinata di venerdì 14 marzo, in aula. Dopo il processo per l’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa a coltellate nel luglio 2024, il trentenne italiano di origine africana è accusato di maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella. Ha chiesto rito abbreviato, che ha ottenuto ma condizionato alla perizia psichiatrica.
Aveva minacciato la sorella con un coltello
Sangare, come riporta L’Eco di Bergamo, si è presentato davanti al gip di Bergamo in mattinata. Questa volta per un reato diverso: maltrattamenti, perpetrati verso la madre e la sorella la quale, secondo l’accusa, era stata minacciata in un’occasione con un coltello dall’imputato.
È stato quindi concesso il rito abbreviato, ma – proprio come nel processo per l’omicidio di Sharon – anche in questo caso sarà effettuata una perizia sulla capacità di stare in giudizio e sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei maltrattamenti.
L’udienza è stata, quindi, rinviata per permettere di nominare il perito. La nuova data è il 9 aprile. Sangare, difeso dall’avvocato Giacomo Maj, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.