Il doppio gioco di Parigi con la Cina (usando Montecarlo come scusa)
Il presidente di un Paese da 1,5 miliardi di popolazione che fa tappa in uno stato da 38mila abitanti. Un’asimmetria che non può non sollevare curiosità. Domenica il leader cinese Xi Jinping con l’elegantissima First Lady Peng Liyuan, ha voluto far tappa a Montecarlo per un incontro con il Principe Alberto. Un incontro senza precedenti, che ha visto un testa a testa per siglare nuovi accordi e un pranzo a ranghi ristretti dove si sono aggiunti, tra gli altri, la moglie di Alberto, Charlène, e anche le principesse Caroline e Stéphanie.
Per quali ragioni Xi ha deciso di passare dal Principato subito dopo l’Italia, e prima di andare in Francia? Il primo passo lo aveva fatto in realtà il principe Alberto nel segno di sua mamma Grace, vera icona globale, simbolo di un’eleganza a cui è molta attenta la First Lady di Pechino. Il Principe Alberto era infatti volato in Cina per inaugurare "Princes et Princesses de Monaco", una mostra dedicata in particolare alla principessa Grace e al mito dei Grimaldi. La mostra era stata accolta all’interno del museo della Città Proibita di Pechino. Quel viaggi di carattere “propagandistico” e culturale era diventato però anche occasione diplomatica. Alberto era stato infatti ricevuto dal presidente cinese, con tutti gli onori. E ora, in occasione di questo viaggio di Xi nel Vecchio Continente, ha restituito l’ospitalità ricevuta. In realtà, dietro la tappa monegasca girano anche motivi più sostanziosi. L’accordo più importante è stato certamente quello che riguarda la telefonia e che prevede la copertura 5G del territorio monegasco da parte di Huawei, il gigante delle telecomunicazioni di Shenzhen. A settembre scorso, era stato firmato a Pechino l'accordo economico tra l’azienda cinese e Monaco Telecom. E ora si è arrivati alla concretizzazione: gli abitanti del Principato saranno i primi al mondo, fuori dai confini cinesi, ad avvalersi di una copertura 5G al cento per cento assicurata da Huawei.
Si sa quanto la questione sia delicata e guardata con il massimo sospetto nelle cancellerie occidentali, in particolare da quella americana. Trump accusa la compagnia cinese di servire all’intelligence di Pechino per spionaggio, accuse che Huawei nega con forza. Non a caso in occasione della missione italiana di Xi c’è stato grande allarmismo per la firma degli accordi, anche se questi non prevedevano nulla di specifico sulla telefonia e sul 5G. Invece l’incursione di Xi a Montecarlo è stata assorbita senza clamori. Per altro Monaco Telecom ha socio francese, e inoltre nel Principato la rete dei telefoni cellulari è gestita dal gruppo francese Iliad. Parigi quindi gioca su un doppio tavolo: chiede all’Italia una maggiore concertazione nello stabilire le relazioni commerciali con una grande potenza come la Cina, ma poi usa uno stato satellite come cavallo di Troia per far entrare un colosso delle telecomunicazioni di Pechino nel Vecchio Continente. D’altra parte, come ha ribadito con orgoglio il Principe Alberto, «non ci sono più piccoli Stati, ma tutti, indipendentemente dalle dimensioni, possono dare il loro contributo sullo scacchiere globale».