Due canadesi in Corea del Nord «Il Paese più strano del mondo»

Sono in pochi a sapere come sia veramente, la Corea del Nord. Se ne sentono dare descrizioni dai media e qualche volte ci sono pure i racconti di persone che ci sono state, testimoni ben poco entusiasti della dittatura (vedi Shin Dong-hyuk, nato e scappato da un campo di prigionia) e altri che, invece, apprezzano il regime (vedi Antonio Razzi). Quando si dà notizia di qualcuno che c’è stato, in Corea del Nord (e che è tornato), è dunque normale che si sollevi un polverone di curiosità. Questa volta a visitare la regione per motivi turistici è stata una coppia canadese composta Justin e Anna Williams, amanti del viaggio e dell’avventura. I quali assicurano, però, che di tutti i cento Paesi in cui sono stati, la Corea del Nord è il luogo più strano in assoluto. «È come viaggiare in un altro mondo», ha dichiarato Justin a Business Insider.
Prima di atterrare. Nel 2012 Justin e Anna sono entrati in contatto con un operatore turistico che ha tra i suoi partner la Korean International Tourist Company, un’agenzia di proprietà dello Stato. In questo modo sono riusciti a procurarsi i visti per il blindatissimo Paese. Arrivarci, del resto, non è stato semplice: prima di prendere l’aereo per Pyongyang hanno dovuto seguire un corso obbligatorio a Pechino, in cui è stato detto loro quello che avrebbero potuto e non potuto fare una volta giunti in Corea del Nord. Ad esempio, non avrebbero dovuto scattare foto delle installazioni militari o delle statue di Kim Jong Il, se la sua intera figura non fosse stata inquadrata dalla macchina. Al termine del “corso” di preparazione, sono stati fatti salire su un Tupolev Tu-204, risalente all’età sovietica. Al posto dei soliti film con cui i viaggiatori possono trascorrere le ore di volo, Justin e Anna hanno potuto dilettarsi (si fa per dire) con alcuni video che mostravano soldati nordcoreani sconfiggere gli americani durante la Guerra di Corea.
Il ritiro del passaporto. Dopo essere atterrati, le fotocamere e i cellulari sono stati sequestrati per studiare eventuali collegamenti al sistema GPS e i loro passaporti sono stati trattenuti fino al giorno della loro partenza. Proprio questo fatto ha turbato Anna, che ha raccontato: «La parte più paurosa del viaggio è stata sapere che, in qualsiasi caso, non avremmo potuto uscire dal Paese, anche se lo avessimo desiderato». All’aeroporto, dopo i controlli, Anna e Justin sono stati affiancati da due vigilanti del governo, i quali avrebbero dovuto controllare che i due canadesi rispettassero tutte le regole. È stato assegnato loro anche un autista, che li avrebbe scortati durante tutta la durata della permanenza.
Restrizioni e monumenti. I funzionari governativi, e si suppone l’intero popolo nordcoreano, non sapevano cosa fosse una pizza e per le strade del centro di Pyongyang non circolava quasi nessuna macchina. Una volta raggiunto il Yanggakdo Hotel, i canadesi sono stati indirizzati verso il 25esimo piano, quello riservato agli stranieri. Justin e Anna non potevano lasciare l’albergo finché le guide governative non fossero andate a prenderli, ogni mattina. Durante i loro giri per la città, non mancavano mai di vedere enormi monumenti e personale militare. Pyongyang, infatti, è letteralmente disseminata di edifici, statue e memoriali che celebrano la dittatura e, soprattutto, chi la detiene o l’ha detenuta. C’è l’Arco di Trionfo, che è stato inaugurato il giorno del settantesimo compleanno di Kim Il Sung nel 1982 e che è formato da 25 mila blocchi di granito, rappresentanti ogni giorno della sua vita fino a quel momento. E ci sono le statue del Caro Capo (Dear Leader) e del Grande Capo (Great Leader), che riproducono le fattezze di Kim Jong II e di suo padre, Kim II Sung. Justin e Anna hanno dovuto inchinarsi davanti al monumento e lasciare un mazzo di fiori.
Il luogo più spaventoso della Terra. La coppia ha anche viaggiato fino al confine con la Corea del Sud. L’autostrada è ingombra di autocarri militari e di convogli carichi di truppe, ma non c’era nemmeno un civile in vista. Non è certo un caso che Bill Clinton ha definito l’area, che peraltro è la regione di confine più militarizzata del mondo, «il luogo più spaventoso della Terra». Justin e Anna sono stati accompagnati da un rappresentante anziano dell’esercito, che ha raccontato loro come la Repubblica Democratica del Popolo fosse pronta a «scatenare una guerra nucleare totale sui giapponesi e gli americani imperialisti». L’atmosfera attorno a loro era estremamente tesa, hanno riportato.
La propaganda è dappertutto. A Pyongyang hanno poi assistito a una Fiera dei Divertimenti, normalmente riservata a una ristretta élite. Anna e Justin sono stati scortati da almeno una mezza dozzina di guardie. Sul Golden Lane Bowling Alley, una sorta di parco con all’interno un bowling, hanno visto uomini con addosso delle spille della lealtà raffiguranti la faccia del “Caro Leader”. Ogni nordcoreano adulto, hanno poi appreso, deve obbligatoriamente averle. Dappertutto c’erano poster di propaganda, tutti disegnati e dipinti a mano: «La propaganda è strettamente intrecciata a ogni momento della vita, qui». Le scuole non fanno eccezione, anzi. Durante la loro visita, l’intero corpo studentesco si è ammutolito per eseguire una danza rituale per la coppia. «È stato così surreale», ha commentato Justin.
Qui per le foto del loro viaggio.