I "muri" di Ungheria e Croazia spingono i migranti verso l’Italia

Basta leggere le ultime notizie e poi guardare una cartina dell’Europa per capire che l’arrivo di un’ondata di profughi ai confini italiani d’Oriente è molto più di una semplice ipotesi. L’Ungheria ha annunciato nei giorni scorsi di voler ulteriormente rafforzare le proprie misure di sicurezza ai confini: nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 settembre, l’Ungheria ha completato la costruzione di un nuovo muro di filo spinato sul confine con la Croazia, dopo avere già concluso da giorni quello sul confine con la Serbia e averne annunciato uno di prossima costruzione al confine con la Romania. Budapest ha giustificato la propria mossa spiegando che almeno 4.400 persone hanno attraversato il confine tra Croazia e Ungheria nelle ultime 24 ore, una situazione diventata insostenibile per il governo ungherese.
Con la chiusura del confine serbo-magiaro, automaticamente è la Croazia ad essere diventata terra di passaggio per i migliaia di migranti che stanno tentando di raggiungere l’Europa centrosettentrionale. Proprio venerdì, però Zagabria ha comunicato di non poter più accogliere nessuno dopo che in meno di 48 ore sono entrati sul suolo croato qualcosa come 17mila persone. Poco dopo, Zoran Milanovic, il primo ministro croato, è stato chiaro: «Il confine non può essere sigillato e tutta questa gente non la si può trattenere in Croazia: per ora non impediremo a nessuno di entrare in Croazia ma neanche di uscire dal Paese». Nella stessa giornata la situazione è diventata molto tesa anche in Slovenia, Paese “incastrato” tra Croazia e Austria: centinaia di migranti stavano tentando di attraversa lo Stato a piedi per raggiungere Vienna, ma la polizia è intervenuta con lo spray al peperoncino per disperdere i migranti.
Fin qui la cronaca. Ora basta guardare una cartina dell’Europa per capire che l’Italia, al momento rimasta estranea alle rotte dei migranti provenienti da Oriente, potrebbe diventare invece una meta privilegiata. La chiusura dei confini ungheresi ha già spinto molte persone a sud, verso la Croazia, la quale però, come detto, non ha assolutamente intenzione di bloccare nessuno. E poiché la Slovenia pare proprio non essere dell’idea di permettere il tranquillo passaggio dei migranti del proprio territorio per andare in Austria, l’ipotesi più plausibile pare essere quella che molti migranti opteranno per attraversare solo quella minima lingua di terra slovena che collega l’Italia alla Croazia. A Gorizia, ora, l’allarme è massimo e il Friuli Venezia Giulia teme l’arrivo massiccio di molti migranti.
Del resto, mettendoci nei panni di un migrante, la strada che porta verso Gorizia è una delle poche praticabili al momento: con l’Ungheria sbarrata e il passaggio per l’Ucraina altamente sconsigliato, normale che Croazia, Slovenia e Italia diventino una grande autostrada verso il Nord Europa. Ma se Croazia e Slovenia non hanno nessuna intenzione di giocare un ruolo attivo nella questione, anzi, l’Italia potrebbe invece trovarsi in una situazione più complicata. Dato il suo peso specifico all’interno della politica Ue, superiore a quello degli altri Stati, le responsabilità italiane sarebbero decisamente più elevate rispetto a quelle degli Stati fino ad ora interessati. Gianni Torrenti, assessore regionale, ha dichiarato al Messaggero Veneto che «stiamo seguendo da vicino e con attenzione gli sviluppi delle rotte. Oltre che con le autorità della Croazia siamo in contatto con l’ambasciata d’Italia a Zagabria, dalla quale riceviamo aggiornamenti ora per ora, in modo da non essere colti di sorpresa, comunque evolva la situazione». Al momento pare che ancora l’Italia resti esclusa dalle rotte dei migranti, ma considerando che solo 48 ore fa anche Croazia e soprattutto Slovenia non ne erano interessate, possiamo intuire quanto la fotografia possa cambiare nell’arco di poche ore.