Elezioni roventi per la Turismo Pro Clusone, tra polemiche e candidati... sudamericani
Accuse reciproche, boom di tesserati, volantini e slogan: nel capoluogo della Val Seriana la consultazione per l'associazione di volontariato appassiona più delle amministrative
di Giambattista Gherardi
Le elezioni amministrative (con il ribaltone che ha eletto sindaco Massimo Morstabilini) sono un ricordo che risale ormai allo scorso settembre, ma a Clusone c’è (tanto) fermento per una nuova competizione a suon di voti: quella relativa all’elezione del nuovo consiglio della Turismo Pro Clusone. E, a giudicare da social, dibattiti infiniti, post, dirette al vetriolo, volantini e scambi di accuse, sembra che davvero questa sia, come si diceva un tempo, la madre di tutte le battaglie.
Il rinnovo delle cariche dell’associazione, oggi presieduta da Paolo Pelizzari, arriva alla normale scadenza triennale, ma vede schierato esattamente il triplo di concorrenti rispetto alle poltrone disponibili: trentanove candidati per tredici posti. Numeri certamente anomali, in assoluta controtendenza rispetto al recente passato, quando per entrare in consiglio non c’era certo da sgomitare, complice il travaglio che negli anni ha visto l’associazione affrontare anche problemi economici non di poco conto.
La Turismo Pro Clusone, per la città baradella, è senza dubbio un’istituzione, attiva dal 1913. La sede ufficiale è ai piedi del’Orologio Fanzago, simbolo di Clusone. Grazie al supporto di Comune (con il quale è in vigore specifica convenzione per la gestione dell’Ufficio Turistico), soci, sponsor ed enti territoriali, l’associazione è punto di riferimento per la programmazione di eventi e il coordinamento di attività che fanno capo a gruppi e realtà commerciali della cittadina e più in generale dell’Altopiano.
Lo scorso 11 marzo, quando la zona rossa era ancora in vigore, un’assemblea straordinaria online ha di fatto aperto i giochi in vista della consultazione elettorale. Il buon proposito di prepararsi per tempo all’estate e allargare il coinvolgimento popolare, ha supportato la decisione di rimuovere dallo statuto il vincolo che prevedeva un’anzianità di almeno sei mesi di tesseramento per poter votare. Un elemento non da poco, che ha favorito da subito una massiccia adesione da parte di persone del paese, dei comuni limitrofi e anche da altri centri della provincia e creato, di fatto, vere e proprie cordate che si propongono di prendere in mano le redini dell’associazione.
Proprio la “discesa in campo” di uno o più gruppi ha dato fuoco alle polveri, poiché in occasione dell’assemblea di cui sopra si era deciso di non creare vere e proprie liste di candidati, ma di lasciare che la consultazione fra tutti i soci consentisse di indicare (per semplice numero di voti raccolti) i consiglieri più votati, che poi fra loro avrebbero indicato il presidente. Sette le preferenze che ciascun votante può esprimere, tredici i consiglieri che entreranno in consiglio.
Fra accuse e post roventi, si assiste però da giorni a una competizione al calor bianco. Da una parte il nucleo che attualmente sostiene il presidente uscente Paolo Pelizzari, di cui fanno parte fra gli altri Diego Percassi, Cristina Iori, Massimiliano Foscarini, Mirko Bovi e Romina Percassi e che candiderebbe alla massima carica Attilio Merati. Sulla sponda opposta c’è invece un gruppo di dodici candidati, uscito allo scoperto a fine marzo con tanto di programma, comunicato stampa, volantini e “santini” che segnalano per ciascun candidato (dodici in tutto) competenze e aspirazioni, con una modalità in tutto e per tutto uguale a quella delle liste candidate alle amministrative.
«Si è creato un gruppo di dodici persone - scrivono - che, accomunate dal forte legame per la propria Città, ha deciso di mettersi in gioco portando le proprie competenze ed esperienze per accrescere ancora di più il valore della Cittadina Baradella. I nomi dei componenti di questo gruppo sono: Fabiola Barbusca, Giovanni Baretti, Nadia Confalonieri, Simone Foti, Stefania Lazzari, Sara Legrenzi, Paolo Lussignoli, Silvia Maninetti, Chiara Polattini, Barbara Savoldelli, Evelin Sozzi e Matteo Trussardi». Fra gli altri, impossibile non notare il nome di Giovanni Baretti, già presidente negli ultimi anni della Turismo Pro Clusone per due mandati.
Lo slogan «Che neanche ci rendiamo conto di quanto è bella Clusone!» è diventato il refrain più gettonato per questo gruppo, mentre Attilio Merati e i suoi privilegiano «Clusone, dove tutto è possibile», esaltando gli sforzi (innegabili) di questi anni e puntando su una continuità allargata che esuli da schieramenti che facciano il verso alla politica. Polemica nella polemica anche quella fra i principali media locali, con Diego Percassi (titolare di Videoproduzione Bergamo e fondatore di Valseriana News insieme a Gessica Costanzo) che nelle vesti di consigliere uscente e sostenitore di Attilio Merati non ha risparmiato critiche online al competitor My Valley (di cui è comproprietario Vladimir Lazzarini, storico consigliere e tesoriere della Turismo Pro Clusone), reo di aver appoggiato la “discesa in campo” del nuovo gruppo.
Quadro completato? Assolutamente no, poiché fra i 39 candidati è ben evidente la presenza di molti nomi di origine straniera e in particolare sudamericana. Si tratta, di fatto, di un'ulteriore cordata che fa capo a Roberto Omar Videla, agente assicurativo di origine argentina, cui si affiancano Anthony Omar Videla, Sonia Eleonora Castronovo, Bintou Soumaoro, Arguenta Benitez Michael Steeng, Xhelamalj Jennifer, Maybelline Valeria e Brunilda Metohu. Anche qui, campagna elettorale in piena regola, con volantini, programmi e referenze assortite, e addirittura una “Torre dell’Orologio” mobile da portare in tour «per una Turismo Pro Clusone internazionale, capace di comunicare in più lingue».
Per votare è necessario essere tesserati (e non mancano le accuse di tessere acquistate a pacchetto e addirittura distribuite in piazza) e recarsi nell'Ufficio della Turismo Pro Clusone in Piazza Orologio ogni giorno dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 sino a domenica 18 aprile. Il timore, assolutamente concreto, è che più che la fine quello sarà l’inizio di nuove battaglie. Senza esclusione di colpi.