Emergenza badanti a Bergamo: possibili duemila "licenziamenti" ad aprile
L’epidemia di Coronavirus e il lavoro domestico: nessun ammortizzatore sociale e ancora molto sommerso
Sportello “Colf&Badanti”, Fnp, Fisascat e segreteria: la Cisl di Bergamo è impegnata in questi giorni a “tamponare” quella che si presenta come una delle prossime emergenze. Con aprile, infatti, si conoscerà la verità sul futuro di migliaia di badanti (come quello di colf e baby sitter). Le 10mila lavoratrici domestiche censite a Bergamo e provincia dall’Inos, e quindi in regola con pagamenti e contributi, arriveranno al conteggio dei contratti sciolti per diversi motivi, primo tra tutti quello del decesso del datore di lavoro, come racconta un comunicato stampa della Cisl. Nell’osservatorio previlegiato dello sportello “Colf&Badanti” del Caf Cisl di via Carnovali, il saldo tra aperture e chiusure dei rapporti di lavoro nel solo mese di marzo è negativo per il 30%, mentre nello stesso periodo dello scorso anno la situazione era capovolta, con un 20% di contratti in più. In pratica, parametrato sulla situazione provinciale, si potrebbe pensare a oltre duemila badanti che in un mese potrebbero rimanere senza lavoro.
Gli “uffici virtuali” (quasi ogni categoria e servizio lavorano da remoto) sono travolti da centinaia di mail dello stesso tenore. «L’emergenza comporta che molti rapporti di lavoro siano stati interrotti per la paura del contagio derivante dal contatto con altre persone, per l’inaccessibilità delle case di riposo e purtroppo anche per i numerosi decessi degli assistiti – dice Danilo Mazzola, segretario Cisl provinciale -. Le decisioni del governo in realtà non impediscono il lavoro domestico, ma di fatto hanno indotto una gran parte delle famiglie a rinunciare alle prestazioni delle collaboratrici famigliari, a tutela della propria salute e di quella della lavoratrice o perché in smart working o in congedo».
Nubi scure all’orizzonte. «Ci stanno chiamando in tante per capire come gestire la sospensione del lavoro – sottolinea Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl Bergamo -. Licenziamenti ne risultano ancora pochi, ma le famiglie che hanno sospeso la collaborazione sono tantissime. Nei decreti finora emessi, tra l’altro, colf e badanti non possono godere di nessun tipo di ammortizzatore sociale se perdono il lavoro. Gli effetti si vedranno alla ripresa…senza contare che sarà impossibile prevedere cosa succederà nel sommerso che esiste e che era il doppio del regolare. Servono strumenti straordinari, come la sanatoria e una revisione delle politiche fiscali a sostegno delle famiglie».
«Regolarizzazione necessaria». Sulla regolarizzazione delle assistenti familiari punta anche la categoria dei Pensionati. «Le badanti fanno parte di quella rete di assistenza domiciliare quanto mai necessaria in questo periodo per contenere il contagio: queste lavoratrici e le famiglie che a loro si appoggiano vanno aiutate proprio per mettere in sicurezza i nostri anziani – è il pensiero di Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl -. Una persona garantita contrattualmente assume anche un maggior senso di responsabilità. In questo modo si scongiura anche quella fuga verso casa che si è registrata inizialmente da parte di alcune assistenti famigliari straniere. Non si può continuare a chiudere gli occhi sulla situazione dei nostri anziani chiusi in casa e sulle condizioni di chi se ne prende cura».