i dati della Cgil

Emergenza Covid, a Bergamo quasi raddoppiate le domande per le pensioni di reversibilità

Si è passati dalle 543 richieste raccolte tra marzo e luglio del 2019 alle 1.004 di quest'anno. È la conseguenza del picco di mortalità, a dimostrazione della portata del dramma vissuto in provincia

Emergenza Covid, a Bergamo quasi raddoppiate le domande per le pensioni di reversibilità
Pubblicato:
Aggiornato:

Le richieste di pensione di reversibilità, ossia il trattamento pensionistico riconosciuto al congiunto in caso di decesso di un pensionato, o delle cosiddette “pensioni indirette”, quelle nel caso muoia chi ancora non era andato in pensione, da marzo a luglio di quest’anno sono quasi raddoppiate se considerate rispetto allo stesso periodo del 2019. Il dato, prevedibile conseguenza del picco di mortalità che ha investito la Bergamasca, ma che dimostra una volta di più (qualora ce ne fosse ancora bisogno) la dimensione del dramma che abbiamo vissuto, è stato diffuso nella giornata di giovedì 3 settembre dal patronato Inca della Cgil di Bergamo.

«Le domande elaborate nel 2019 erano state 543 – spiega il direttore Emmanuele Comi -. Quest’anno, invece, abbiamo raggiunto quota 1.004. Ce lo aspettavamo, naturalmente, a fronte dei tanti decessi causati dalla pandemia. Fa comunque sempre un certo effetto vedere i numeri scritti nero su bianco». Delle 1.004 domande elaborate dagli sportelli sparsi per la provincia, 855 sono state presentate da donne (pari all’85 per cento dei richiedenti) e 149 da uomini. «Anche questo è un dato significativo – aggiunge Comi -. In condizioni normali le donne sono sempre più numerose fra i superstiti richiedenti. Ma in questi mesi lo sono state ancora di più, se si pensa che nel 2019 la percentuale delle donne era del 76 per cento (pari a 414 richieste), più bassa quindi di circa 10 punti percentuali. Ciò significa che il Coronavirus ha colpito più duramente gli uomini».

Ulteriori elementi di rilievo sono quello relativi alla fascia d’età delle vittime (920 domande sono riconducibili a pensionati) e quello, anche se statisticamente limitato alle pratiche elaborate, della distribuzione geografica. «Ci si sarebbe potuti aspettare un picco di richieste in comuni come Nembro e Alzano, dove sappiamo essersi verificato un numero altissimo di decessi – conclude il direttore dell’Inca Cgil di Bergamo -. Invece la distribuzione delle domande è omogenea su tutto il territorio provinciale, a dimostrazione di come tutta la Bergamasca sia stata fortemente colpita, spesso con persone morte a causa del Covid, ma non riconosciute come tali».

Seguici sui nostri canali