Al Cairo vogliono estrarlo già nel 2017

Le sorprese d'Egitto non sono finite Un altro giacimento trovato da Eni

Le sorprese d'Egitto non sono finite Un altro giacimento trovato da Eni
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Un altro giacimento potrebbe trovarsi sotto la maxi riserva di gas appena scoperta al largo della costa egiziana da Eni. La notizia annunciata questa mattina da Claudio Descalzi, amministratore delegato del cane a sei zampe, è di quelle in grado di far sobbalzare le Borse di mezzo mondo. Proclamando molta cautela, ma ostentando un discreto ottimismo, Descalzi ha dichiarato alla stampa: «La speranza è che i volumi possano aumentare. Saremmo contentissimi se rimanessero quelli che sono perchè sono veramente tanti, però c'è la possibilità che possano aumentare». L’ipotesi che si profila è la presenza di un altro giacimento, meno puro e contaminato dalla presenza di altri materiali oltre al gas, proprio al di sotto del giacimento di Zohr, per ora considerato da 850 di miliardi di metri cubi di gas. Si tratterebbe di una scoperta sensazionale, in grado di aprire scenari ancora più rosei per il futuro della compagnia italiana, già notevolmente cresciuta in Borsa a seguito dei progetti di sfruttamento presentati di recente.

 

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Costi alti, tempo ristretto. 10 miliardi di dollari. È la cifra prevista per lo sfruttamento del maxi-giacimento, presentata durante un’audizione in Senato. È una stima conservativa, che tiene conto dei tanti imprevisti possibili; l’ipotesi del governo egiziano è molto più ottimistica, secondo i loro piani infatti la spesa non dovrebbe superare i 6/7 miliardi di dollari. Non è ancora possibile avere a portata di mano una soluzione precisa, ma già valutando queste cifre traspare una notevole soddisfazione nei volti dei dirigenti Eni. Descalzi rispondendo alle domande dei senatori l’ha definito «un costo positivo» e vorrebbe riuscire ad approvare il piano di spesa finale entro dicembre. Le autorità egiziane «vogliono riuscire a sviluppare questa scoperta in tempi rapidi, super-rapidi, nel 2017» per cui il periodo a disposizione è molto ristretto.

 

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Sfruttamento agevolato. Anche per quanto riguarda l’estrazione del gas si può sicuramente ammettere che gli scopritori siano stati assistiti dalla buona sorte. Descalzi ha definito le caratteristiche emerse dai primi esami analitici «impressionanti»; il gas sarebbe infatti privo di CO2 e di zolfo, e potrebbe addirittura non essere trattato. È quasi metano allo stato puro. Inoltre c'è anche «una buona pressione e la temperatura è bassa». Quindi si possono realizzare pozzi «velocemente e sicuri perché è gas pulito e puro a temperatura bassa». Un altro dato favorevole riguarda la collocazione geografica del giacimento: si trova nelle vicinanze delle principali installazioni del gruppo Eni in Egitto, e questo riduce di molto le spese del trasporto tra l’estrazione e la lavorazione. Con la scoperta del giacimento l’Egitto può sospendere le importazioni di gas, e cominciare ad esportare a partire dai Paesi più vicini del Mediterraneo, quali Italia e Spagna, modificando così le piante europee del mercato energetico.

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