Escursionista colpito da infarto al rifugio Alpe Corte, salvato dai presenti con il defibrillatore
Si tratta di un 38enne, che ha avuto un arresto cardiaco in seguito sull'elicottero. Lo hanno riportato di nuovo indietro i sanitari del 118
I problemi erano iniziati lungo il percorso, avvertiva pesantezza allo stomaco e non si sentiva bene. Giunti al rifugio Alpe Corte, ad Ardesio, è finito a terra: lo aveva colpito un infarto. Attimi di concitazione per un 38enne, che è stato salvato dall'intervento della figlia dei proprietari e, in seguito, dall'arrivo dei sanitari del 118.
Il malore fuori dal rifugio
L'episodio, come riportato da L'Eco di Bergamo, è avvenuto ieri pomeriggio (martedì 12 luglio) intorno alle 14, quando l'amico dell'escursionista - da quanto raccontato in seguito, erano diretti al lago Branchino - è entrato nel rifugio dicendo che il compagno stava male, chiedendo un po' d'acqua. La ragazza, Serena Bonacorsi, di 21 anni, ha domandato se fosse il caso di chiamare il 112, ma l'altro aveva risposto che al momento non era necessario. Voleva provare a vedere se prima si riprendeva, anche perché nessuno all'inizio pensava che la situazione fosse così grave.
L'intervento della figlia dei proprietari
Lo si è scoperto dopo, quando un altro escursionista è tornato dalla giovane, spiegando che l'uomo adesso era a terra. Si è così subito attivata, chiamando i soccorsi e prendendo poi il defibrillatore dalla colonnina. Aiutata da un parroco che, come lei, aveva seguito il corso Dae e si trovava lì con i ragazzi del Cre, mentre lui praticava il massaggio cardiaco, lei applicava il dispositivo. Altri ragazzi si sono alternati poi nel massaggio, fino a quando il defibrillatore non ha eseguito alcune scariche.
L'arrivo dei soccorsi e il ricovero
Dopo è arrivato il personale de 118 con l'elisoccorso da Sondrio, che ha continuato con le manovre di rianimazione. Il paziente, con lo stesso mezzo, è stato trasportato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. In volo ha avuto un arresto cardiaco, per cui i sanitari sono intervenuti con il massaggiatore meccanico automatico a bordo. Dalle ultime informazioni a disposizione, sarebbe ancora ricoverato in struttura e la prognosi rimane riservata.
La vicenda, quindi, si è conclusa nonostante gli inizi nel migliore dei modi e, ancora una volta, la presenza di un defibrillatore ha permesso a qualcuno di ritrovarsi in ospedale, vivo. I Dae automatici sono stati installati grazie al "Progetto rifugi sos" e al Rotary di Clusone. L'Alpe Corte è stato uno dei primi tre ad averlo in una colonnina all'esterno, insieme al Mario Merelli al Coca e al Nani Tagliaferri in Valle di Scalve.