Estradizione per Vecchi: il black bloc bergamasco è ancora in Francia
Condannato a 11 anni: il caso finirà davanti alla Corte di Giustizia europea
Il caso giudiziario di Vincenzo Vecchi, l’ex «black bloc» di Mornico che l’Italia vuole estradare dalla Francia dopo una condanna per devastazione e saccheggio durante il G8 del 2001, finirà davanti alla Corte di Giustizia europea.
Alias "Vincent Papale", è un attivista «no global» nato a Calcinate, e su di lui grava una condanna per i fatti del G8 di 21 anni fa. Latitante dal 2012, Vecchi era stato arrestato in Francia nei mesi scorsi, accusato delle devastazioni causate a Genova e Milano. Viveva in Bretagna sotto falso nome, e secondo la Giustizia italiana dovrà scontare un condanna a oltre 11 anni di carcere. La Magistratura francese, però, non l’ha ancora estradato, chiedendo che sul suo caso intervento della Corte di Giustizia europea.
La devastazione di Genova: 11 anni e sei mesi
Ecologista e vicino all’area anarco-autonoma milanese, Vecchi era stato individuato come una delle persone che nel 2001 aveva devastato la città a volto coperto. Eventi per i quali Vecchi era stato condannato a 11 anni e sei mesi di carcere per devastazione e saccheggio, rapina e porto d’armi abusivo. Un’altra condanna era arrivata dopo un analogo exploit di violenza, a Milano, nel 2006. Poi nel luglio del 2012 Vecchi era sparito senza lasciare traccia. Ma le indagini congiunte della Polizia italiana e francese hanno portato al suo arresto.
A «tradire» Vecchi l’affetto per la famiglia, compagna e figlioletta. Gli investigatori avevano infatti scoperto che Vecchi e la compagna si erano incontrati in una località della Savoia e, tenendo sotto controllo i telefoni della coppia, sono riusciti a risalire alla residenza attuale dell’uomo. Arrestato l’8 agosto 2019 a Saint Gravé dans le Morbhian, in Bretagna, dove l’uomo lavorava come imbianchino sotto lo pseudonimo di Vincent Papale, con l’accusa di devastazione, saccheggio, rapina e porto d’armi abusivo. Da quel giorno l’Italia ne ha chiesto l’estradizione, ancora non concessa.
Alla Corte di Giustizia europea
Il 20 gennaio è prevista un’udienza alla Corte di Giustizia Ue in Lussemburgo. Quella sarà l’occasione per ascoltare le argomentazioni dei legali di Vecchi che era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova.
La Corte di Cassazione francese, tuttavia, circa un anno fa, aveva deciso di chiedere un parere alla Corte di Giustizia dell’Ue su tre questioni pregiudiziali che riguardano il principio della doppia incriminazione; le modalità di esecuzione del mandato di arresto europeo e sulla possibilità della suddivisione dei reati che potrebbero porre un problema per quanto riguarda la proporzionalità della pena. Vecchi vive attualmente a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, da quando è stato scarcerato, ossia dal 15 novembre 2019. Prima del suo arresto lavorava da molti anni come imbianchino mentre adesso ha ritrovato un lavoro nella costruzione di alloggi ecologici a Questembert, sempre in Bretagna.
Condanna ridotta?
Ora il suo «destino» dipenderà dalla decisione della Corte europea, e un’estradizione potrà significare per lui dover scontare 11 anni di carcere, come richiesto dall’Italia. La corte di Appello di Angers, in Francia, non aveva riconosciuto le condanne per devastazione e saccheggio della Giustizia italiana, ma aveva invece riconosciuto le condanne per aggressione ad un fotografo, chiedendo di scontare la pena in prigione di un solo anno, 2 mesi e 23 giorni: 10 anni in meno, in sostanza, di quanto vorrebbe l’Italia.