Ettayeb e Ghannamy, i due testimoni del delitto di Terno: «Colpiti dallo sguardo di Sangare»
I ragazzi si stavano allenando al cimitero di Chignolo e si sono rivolti ai carabinieri dopo il delitto per segnalare la presenza del sospettato
Lo avevano visto all'altezza del cimitero di Chignolo e lo avevano notato perché aveva lanciato un urlo strano e procedeva in bici con fare minaccioso.
Questo, nella notte tra il 29 e il 30 luglio, è stato il breve incontro tra Amin Ettayeb e Mohammed Ghannamy con Moussa Sangare, che di lì a pochi minuti avrebbe ucciso Sharon Verzeni in via Castegnate a Terno d'Isola, a circa un chilometro di distanza.
Il sospetto
I due ragazzi, il primo di Terno, l'altro di Chignolo, sono diventati così i testimoni chiave del delitto. Hanno spiegato a L'Eco di Bergamo che in quel momento si stavano allenando e hanno visto diverse persone passare.
Tra loro anche Sangare in bicicletta: «Non lo conoscevamo, ma siamo rimasti colpiti da come ci ha guardato: minaccioso, con una smorfia strana, urlando qualcosa. Qualche giorno dopo, saputo dell'omicidio di Sharon, siamo andati dai carabinieri per segnalare quanto avevamo visto, sperando che potesse essere utile alle indagini. Gli inquirenti ci hanno convocato più volte, chiedendoci maggiori informazioni su quell'uomo che si muoveva in bicicletta. E noi gliele abbiamo date, per quel che abbiamo potuto vedere e ricordare».
Chi sono
Mohamed Ghannamy
Amin Ettayeb
Entrambi nati in Italia, ma da genitori di origine marocchina, i due amici sono degli sportivi. Ghannamy lavora come autista per un magazzino e gioca a calcio in Seconda categoria; Ettayeb fa il commesso in un negozio d'abbigliamento, ma ha anche un canale Youtube sulle arti marziali con oltre 19mila iscritti e il prossimo 21 settembre gareggerà a Madone per il titolo nazionale di kickboxing.
«Non siamo tutti uguali»
Quest'ultimo sottolinea: «Sono orgoglioso di aver aiutato, ho fatto il mio dovere contribuendo alle indagini sull'omicidio di una mia concittadina. Il mio sogno è di aprire una palestra di arti marziali, dove tenere anche dei corsi per insegnare alle donne a difendersi agli episodi di violenza. Voglio lanciare un messaggio. Sangare ha origini straniere proprio come me. Ma non siamo tutti uguali. Ci sono persone integrate e per bene, così come ce ne sono altre che fanno cose brutte. Lo stesso vale per gli italiani».