Come evitare di ammalarsi quando si viaggia in aereo

Cominciamo con il dare una buona notizia: il rischio di contagio o di contrazione infettiva quando si viaggia a stretto contatto e in promiscuità, come in aereo, è basso. Inspiegabilmente, direste voi. Affatto, perché i virus non hanno terreno fertile in cui attecchire: i viaggiatori si muovono molto poco e non consentono al microrganismo di attaccare con libertà e facilità l’uomo. Qualche volta però può accadere: in quale misura, allora, si possano contrarre infezioni o quanto meno, dove si è più esposti a prenderle? Se lo sono chiesti un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology di Atlanta, negli Stati Uniti, che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista prestigiosa ed internazionale Pnas, giungendo a conclusioni rassicuranti per i viaggiatori.
Mescolati tra i passeggeri. Come viaggiatori comuni, mentre nel sedile accanto, muniti di un iPad che simulava una attività lavorativa qualunque, 10 ricercatori diffusi qua e là sui velivoli di almeno 10 viaggi transcontinentali della durata tra le 3,5 e le 5 ore, compivano invece valutazioni e ricerche scientifiche. Con l’obiettivo di studiare la mappa dei movimenti dei virus e, dunque, di trasmissione di agenti infettanti soprattutto per le vie respiratorie, all’interno di un aereo. Dove si pensa che la contiguità possa rappresentare un possibile e fertile fattore di rischio. Sbagliato: perché l’assenza o il ridottissimo movimento dei passeggeri,riduce sensibilmente la carica virale, intesa più come possibilità di attacco che come potenza di azione dei microrganismi presenti nell’aria. Infatti, i ricercatori, tenendo traccia sui tablet di tutti gli spostamenti dei viaggiatori e dell’equipaggio, hanno scoperto che durante il volo i passeggeri sono di norma piuttosto ossidati al loro posto: il 38 per cento circa non si muove affatto, e solo taluni viaggiatori nella stessa percentuale si alzano una volta sola o al massimo due nel 13 per cento dei casi, ma solo per pochi minuti associati per lo più a bisogni fisiologici. Come sgranchirsi le gambe o altro, se il volo è più lungo. Fatto è che il tempo rapido e lo spazio percorso, piuttosto circoscritto, rendono l’attacco dei virus, o la loro trasmissione, quasi impossibile.
I risultati dello studio. L'indagine ha dato riscontri positivi e fallimentari insieme, il che potrebbe sembrare una incongruenza, ma non è così. Infatti tra i 1.500 passeggeri considerati, viaggianti su 10 diversi voli intercontinentali, solo uno aveva una tosse moderata che comunque non aveva lasciato traccia nell’aria, almeno stando ai campioni prelevati nell’aereo. Dunque, su queste basi, lo studio avrebbe potuto anche essere chiuso per insufficienza di dati e prove. Ma i ricercatori non si sono arresi e hanno simulato a computer un vero contagio, simile a quanto accaduto su un volo nel 1977 quando 38 passeggeri su 54 avevano contratto un virus che aveva tutte le sembianze di una malattia influenzale. Hanno poi moltiplicato questo dato per quattro per avere il peggior scenario. È stato così possibile evidenziare che con questa intensità e velocità di trasmissione, ogni passeggero influenzato avrebbe potuto ipoteticamente contagiare a sua volta 0,7 vicini in ogni volo, in particolare quelli seduti accanto, nella fila antistante o dietro. Perché i virus in assenza di movimento umano non si muovono neanche loro facilmente. Tanto è che, se ad essere virale era invece un membro dell’equipaggio, il rischio di contagio saliva sensibilmente: a circa 4,6 casi. Di norma però, quando hostess o steward sono ammalati, consapevolmente si mettono a riposo o evitano di essere in servizio nei giorni di contagio massimo o ancora si muniscono di farmaci per cautelare i viaggiatori. Dunque se già questo abbassa di per sé il rischio, c’è anche una facile azione pratica e preventiva da compiere.
I posti più sicuri e a rischio. Dallo studio americano sono emerse anche alcune informazioni interessanti, come i posti più contaminati da virus infettivi e quelli che invece mettono maggiormente al riparo. Dunque, se proprio non avete un bisogno impellente, evitate di andare in bagno perché questo luogo è un ricettacolo ad alta concentrazione di virus e batteri, oppure usufruite di quello in fondo all’aereo, meno frequentato o con minore fila di attesa. In buona sostanza è meno inquinato e infettivo. Riguardo al posto a sedere? I migliori, concludono i ricercatori, sono quelli vicino al finestrino, più isolati e meno esposti all’andirivieni dei passeggeri in corridoio. Insomma, se dovete viaggiare, l’aereo sembra comunque un mezzo di trasporto sano: almeno una garanzia scientifica c’è.