L'ingordigia di Eataly, il flop di Sgarbi

Expo Milano, tutto bellissimo ma volendo proprio fare i pignoli...

Expo Milano, tutto bellissimo ma volendo proprio fare i pignoli...
Pubblicato:
Aggiornato:

Expo piace. Questo è fuor di dubbio. Piace a tutti, e piace tanto nonostante le code, nonostante certi prezzi, nonostante momenti di affollamento da grandi magazzini alla vigilia di Natale. Expo piace perché le cose positive sono nettamente superiori a quelle negative. Eppure qualche neo c'è e se vi dovesse capitare di andarci (o tornarci) in questi 50 giorni che mancano alla chiusura, è utile tenerne conto.

 

Eataly, quanta ingordigia

Eataly si è conquistato un'area spropositata, ma il gruppo fondato da Oscar Farinetti dimostra di essere stato un po' troppo ingordo. La densità di ristoranti regionali è tale, nelle due ali del lungo padiglione, da render complicato trovare un posto dove mangiare. Ogni ristorante è infatti ridotto a un misero bancone di servizio tipo bar. Lì ci si serve, poi, vassoio in mano, si caracolla in cerca di un qualche punto d'appoggio. Che però è dura trovare visto che sono pochissimi gli spazi, poiché gran parte sono destinati a banconi e relative cucine. La qualità italiana dovrebbe essere anche una questione di buona logistica...

 

Il flop di Sgarbi

Già che siamo in zona, sconsigliamo anche di farvi attrarre dal richiamo di Sgarbi. È vero che la sua mostra con i 200 capolavori è una delle poche zone di Expo dove non ci sono code (all'ingresso c'è scritto addirittura di chiamare i guardiani quando si arriva...), ma lo spettacolo è talmente deprimente da essere vivamente sconsigliato. Quadri appesi alla rinfusa, capolavori mischiati a opere improbabili o veri e propri quadracci di pittori amici. Insomma, il consiglio è di girare alla larga. Per chi si è fatto l'occhio grazie all'allestimento della nuova Carrara sarebbe un trauma difficilmente sopportabile.

 

La montagnola spelacchiata

biodiversity

Altra dritta: evitate la fatica di salire sulla montagnola della biodiversità che chiude Expo in direzione Est. È un tentativo velleitario di far qualcosa di correttamente ecologico in un'Esposizione che, invece, si è rivelata null'altro che un grande festival del cibo (senza girarci troppo attorno). La montagnola in questione pare un po' depressa, messa lì così spelacchiata, e non è neanche abbastanza alta da offrire un panorama interessante o un buon punto fotografico sull'immensa area Expo.

 

La Lombardia non ha colto l'occasione

padiglione lombardia

Potete anche evitare di visitare il Padiglione Lombardia. Pur rappresentando la Regione organizzatrice di un Expo che si sta rivelando un successo, ai piani alti hanno pensato bene di non investire né soldi né, soprattutto, idee per la zona di propria rappresentanza. E pensare che è anche posizionato in un punto strategico e favorevole, proprio all'incrocio tra Cardo e Decumano.

 

Ferretti ci porta al mercatino

Non si possono evitare invece le faraoniche installazioni di Dante Ferretti, il grande scenografo vincitore di più premi Oscar. Anche lui non ha saputo trattenersi e dopo aver messo le sue truppe di guerrieri culinari all'ingresso Ovest, ha anche riempito il Decumano si enormi installazioni, che non sono altro che pantagruelici banchetti del mercato fatti di legno e cartapesta. Ingombranti, un po' grezzi, inutilmente nostalgici dei mercatini paesani. Per la città capitale del design è un bello smacco purtroppo.

 

Il fiumiciattolo

2015 02 18 Canali EXPO 3

Non è molto invitante l'acqua che corre intorno all'"isola" di Expo. È bassa bassa, piena di alghe: decisamente non dà l'idea di qualcosa di rinfrescante. Sembra messa lì un po' per caso, nonostante tutto l'impegno che ci mettono la fontana intorno all'albero della vita e gli spruzzi davanti al Padiglione Zero. Si vede che fa parte di un progetto ben più ambizioso, rimasto però solo sulla carta.

 

Una cascina nella metropoli

cascina triulza

Altro punto un po' depresso di Expo è la Cascina Triulza, sede della cosiddetta società civile. Iniziativa lodevole, ma poco riuscita. Messa in posizione un po' defilata e tagliata fuori dai flussi maggiori, ha un po' l'aria del mercatino di paese mentre tutt'intorno si scatena la girandola della fiera globale. E poi, diciamoci la verità, il richiamo all'impegno attecchisce poco in un luogo dove la gente ha voglia di curiosare e di divertirsi grazie alla globalizzazione. Forse, se fosse stata pensata diversamente...

Seguici sui nostri canali