Expo, i numeri piangono (per ora) Ma il gradimento è altissimo
Expo è un successo o dobbiamo prepararci ad leccarci le ferite per un clamoroso flop? La guerra dei numeri è iniziata sin dal primo giorno, colpa anche di quei silenzi sospetti dell’organizzazione e del commissario Giuseppe Sala in particolare. Poi finalmente è arrivato il primo numero che sembrerebbe reale: 2,7 milioni di ingressi a maggio. Probabilmente sono ingressi “lordi”, che conteggiano anche chi in Expo entra tutti i giorni per lavoro, circa 20mila persone, che moltiplicate per 31 giorni, fanno 620 mila ingressi... Giugno si sarebbe chiuso a 2,3milioni. Poi ci ha pensato il caldo tropicale a frenare il trend a luglio, che nei primi 15 giorni ha avuto 1,3 milioni di visitatori (sempre lordi, a quanto pare). Sala ribatte con la cifra dei biglietti venduti, che sarebbero 15,5 milioni. E anche qui non è chiaro se siano ticket in conto vendita presso i tour operator o se siano biglietti effettivamente piazzati. Ci sono poi i numeri dati dai singoli espositori: nei primi due mesi il cluster del caffè ha dichiarato due milioni di visitatori, il Brasile un milione; gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro primo milione il 25 giugno; la Francia registra 18.000 ingressi medi giornalieri, che vuol dire superare l’1,5 milioni a fine luglio. Sarebbe poi interessante capire quanto pesano gli ingressi serali a 5 euro, che si sono rivelati un successo clamoroso, trasformando Expo nella più estesa e popolata movida d’Europa.
Insomma sui numeri quantitativi Expo è o sarebbe in alto mare. E non sarebbe la prima Expo a deludere le attese... Paradossalmente c’è invece un altro indice che potrebbe ribilanciare i conti della kermesse: è quello che riguarda il gradimento. Altissimo, superiore ad ogni previsione, assolutamente fuori parametro rispetto a altri grandi eventi pubblici assimilabili. I dati comunicati dall’organizzazione sono ultrapositivi: 8,4 di gradimento medio su una scala che va dall’1 al 10. E soprattutto 7 su 10 che raccomandano ai loro amici una visita. Ancora più eloquente i 6 su 10 che dicono di voler tornare loro stessi (la ricerca è stata realizzata per conto di Expo da Gfk Italia attraverso 9200 interviste). Ci sono altri indizi che fanno capire quanto Expo stia piacendo al pubblico. Praticamente vuota la casella delle lamentele e delle proteste (unico appunto che viene ripetuto da chi lo visita è l’assenza di un deposito bagagli). Grande apprezzamento invece per l’areazione del lungo Decumano e per l’abbondanza d’acqua, preziosa soprattutto in quest’estate bollente. Le persone che escono da quello che viene ribattezzato un “grande interessante Luna park” è soddisfatta del tempo che ha passato tra i padiglioni. È soddisfatta per servizi e infrastrutture. I padiglioni più innovativi sono quelli che stanno raccogliendo maggiori successo. Emblematci non solo i pasti consumati nella filiera dei ristoranti regionale di Eataly, ma anche nel supermercato del futuro che il guru Carlo Ratti ha immaginato per Coop.
Sono linee di tendenza che lasciano presagire qualcosa che potrebbe inquietare gli organizzatori: i mesi di settembre e ottobre potrebbero registrare un vero assalto ad Expo, grazie ad un vizio tutto italiano di aspettare all’ultimo momento a prendere i grandi eventi (bastava vedere la lunghissima coda alla mostra di Leonardo arrivata domenica all’ultimo giorno di apertura per rendersene conto). E in più, se i biglietti che Sala ha dichiarato sono stati davvero venduti, c’è da aspettarsi anche un piccolo tsunami di turisti starnieri.