Traffico illegale di migranti dal Kurdistan e soldi riciclati nei kebab: quattro arresti in Bergamasca
Operazione finalizzata dalla Squadra Mobile. Tra i locali coinvolti, uno in Borgo Santa Caterina
Quattro persone sono state arrestate e cinque denunciate in stato di libertà in Bergamasca: l'accusa, nei loro confronti, è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante della transnazionalità, e riciclaggio.
L'organizzazione criminale
Gli arresti, che hanno interessato tutti cittadini di etnia curda residenti in provincia, li ha effettuati stamattina (martedì 29 luglio) la Squadra Mobile di Bergamo, coordinata dalla Procura, nel contesto dell’operazione "Yolcu", parola che in turco significa «viaggiatore». Un termine rappresentativo di quello di cui sono sospettati: fare arrivare immigrati della loro stessa etnia clandestinamente in Italia e nei Paesi europei, attraverso la rotta balcanica.
Le autorità hanno effettuato anche perquisizioni e sequestri nelle abitazioni e proprietà degli indagati, compresi tre veicoli utilizzati per il trasporto dei migranti.
Dal Kurdistan in Europa
L’indagine era stata avviata nel 2023, dopo che un numero sempre maggiore di cittadini turchi si era presentato all'Ufficio Immigrazione, per richiedere asilo politico. Ciò ha consentito di ricostruire e accertare l’esistenza di un'organizzazione, dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la tratta balcanica. In particolare, il gruppo criminale aveva pianificato e favorito l’ingresso irregolare di numerosi migranti, provenienti dal Kurdistan turco, in Italia con l'obiettivo di proseguire poi il viaggio verso altre nazioni europee.
Gli investigatori hanno riscostruito i viaggi relativi ad un centinaio di migranti e il modus operandi del gruppo criminale: agganciare i clandestini in Turchia per farli arrivare a Sarajevo via aereo da Istanbul dove, grazie ad altre cellule dell’organizzazione, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato prima e, da qui, fino al confine italo-sloveno.


Un’ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa ed insidiosa: per eludere i controlli della Polizia, infatti, i migranti - spesso donne e bambini - erano costretti ad attraversare in pieno inverno zone boschive e montane, a piedi, lungo percorsi non tracciati.
I "taxi" bergamaschi
Una volta raggiunta l’Italia, entravano in gioco i soggetti indagati: i migranti venivano da loro trasportati o in Bergamasca, in attesa di future destinazioni, o direttamente in altri Paesi, soprattutto Austria, Germania, Francia e Svizzera, anche grazie alla collaborazione di un soggetto di nazionalità elvetica.
I migranti pagavano direttamente in Turchia somme di denaro che, tramite intermediari e passaggi tra conti correnti turchi e italiani, i trafficanti avrebbero ricevuto direttamente in contanti a Bergamo, a mano, da alcuni gestori di locali di rivendita di kebab. Tra quelli coinvolti nell'operazione, come si può notare dal video reso pubblico dalle forze dell'ordine, c'è quello in Borgo Santa Caterina, all'incrocio con via Corridoni.
I quattro soggetti arrestati sono stati posti a disposizione dell'Autorità giudiziaria per le successive fasi processuali. Sono inoltre in corso attività volte all’arresto di altri complici fuori dal territorio italiano, mentre le indagini proseguono per identificare eventuali ulteriori ramificazioni della rete criminale.

