Falco pescatore impallinato dai bracconieri, arrivava dalla Finlandia
La carcassa dell'animale è stata trovata nei giorni scorsi da un volontario del Wwf. Indagano la Polizia provinciale e la Procura di Bergamo
Un esemplare femmina di falco pescatore è stato ritrovato, senza vita, da un volontario del Wwf sul territorio di Palosco all’interno del Parco regionale fluviale Oglio Nord. La carcassa è stata consegnata dalla Polizia provinciale di Bergamo al Centro di Recupero Animali Selvatici Wwf di Valpredina. La Procura ha avviato le indagini per risalire al responsabile.
Falco pescatore ucciso dai bracconieri nel Parco
Un grave episodio di bracconaggio nella bergamasca. E' successo alcuni giorni fa quando un volontario del Wwf ha rinvenuto la carcassa di un raro falco pescatore all’interno del Parco regionale fluviale Oglio Nord, sul territorio di Palosco. Il falco, una giovane femmina, aveva un'evidente ferita al petto ed era dotata di un anello di identificazione con il marchio del Museum Helsinki Finland. E, probabilmente, proprio dal Nord Europa il rapace era proveniente.
Al Cras Wwf di Valpredina la carcassa è stata sottoposta a radiografie che hanno evidenziato la presenza nel corpo di numerosi pallini da caccia. L'accaduto, quindi, è stato segnalato alla Polizia provinciale e alla Procura di Bergamo che avvieranno le indagini per risalire ai responsabile dell'atto di bracconaggio.
Il bracconaggio, una piaga sottostimata
Secondo il Wwf la piaga del bracconaggio in Lombardia sarebbe più grave di quello che raccontano le cifre ufficiali. Perché il caso del Falco pescatore ritrovato privo di vita all'interno di un Parco regionale è solo uno di quelli che rientrano nella statistica. "Per un animale ritrovato molti altri sfuggono ai controlli: il numero reale di animali protetti che vengono uccisi illegalmente è sicuramente superiore a quello ufficiale - sottolinea il Wwf -. Per questa ragione molta parte del territorio lombardo è tra le sette aree identificate come black-spot del bracconaggio dal “Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli Illeciti contro gli uccelli selvatici”, adottato dallo Stato italiano su stimolo della Commissione Europea, per scongiurare l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia".