Fatture false, giro da 500 milioni di euro. Arrestati anche due bergamaschi

Una macchina gigantesca messa in piedi per creare fatture false, finalizzata a frode fiscale e riciclaggio. L’indagine ha trovato il cuore a Brescia, da dovela Guardia di Finanza ha condotto le operazioni terminate con ventidue persone in custodia cautelare e 85 persone denunciate. Si parla di un giro di affari con fatture false per 500 milioni di euro con relativa evasione fiscale di 80 milioni di euro. Nell’operazione si sono recuperati tre milioni di euro in contanti. Gli arrestati gravavano in molte città italiane oltre a Brescia, su Milano, Mantova, Parma, Perugia Lodi, Modena, Reggio Emilia, Bari, Vicenza, Pavia, Napoli, Verona e Bergamo. Si tratta di imprenditori con società attive in Italia e all’estero, commercialisti e avvocati. Fra gli arrestati figurano anche due bergamaschi. Un imprenditore di 57 anni, con domicilio in città, ma residente in Inghilterra e un dalminese di 48 anni, che si guadagnava il denaro andando all’estero a prelevare i soldi in contanti. Lui stesso era titolare di un conto corrente estero. Altri bergamaschi sono indagati con l’accusa di operare false fatturazioni. Questi ultimi (quattro uomini e una donna) vivono fra Treviglio, la zona dell’Adda, Bianzano e Bergamo. Nell’operazione spicca anche un sacerdote novantenne di Matera, bloccato dalla Polizia vaticana nel momento in cui aveva tentato di aprire un conto corrente allo Ior, la banca vaticana. L’indagine, come detto, è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia con il coordinamento della Procura di Brescia e il supprto del Servizio centrale investigativo criminalità organizzata di Roma. Fondamentale sono state anche le autorità giudiziarie e le polizie straniere, che hanno permesso di cogliere in flagrante gli “spalloni” davanti alle banche. La maxi operazione ha scoperto un giro enorme di affari che coinvolge centinaia di società in quella che è stata definita dal pm Claudia Passalacqua, «una vera officina dell’evasione».