Da Federconsumatori

Nonna sola in ospedale: «Peggio che in guerra». Appello per riaprire le visite dei parenti

Nonna sola in ospedale: «Peggio che in guerra». Appello per riaprire le visite dei parenti
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«Il virus non è scomparso, ma alcune imposizioni sarebbe il caso di rivederle». Lo evidenzia Federconsumatori Bergamo, sottolineando come l’impossibilità di far visita ai propri cari ammalati generi ansia e sconforto nelle persone che, da più o meno tempo, si trovano ricoverate negli ospedali.

Dall’inizio dell’epidemia, infatti, le strutture sanitarie sono rimaste praticamente sigillate, in modo tale da limitare la diffusione dei contagi. Se prima questa misura appariva come necessità, ora che la situazione sembra destinata a normalizzarsi emergono alcune perplessità in merito. «Vorremmo trovare un giusto equilibrio tra diritto alla salute, prevenzione di nuove ondate da Covid-19 e il diritto dei malati di trovarsi qualcuno vicino che li assista, che non sia il personale medico o infermieristico ma una persona di famiglia», prosegue Federconsumatori che in questi giorni sta raccogliendo diverse segnalazioni di disagio da parte dei bergamaschi.

«Ci scrivono di una nonna di 100 anni ricoverata in una struttura locale in seguito a un’operazione chirurgica per la rottura del femore. Tutta la famiglia è disperata: non riescono a vederla da più di una settimana. La nonna, contattata telefonicamente sostiene che non riesce a rimanere in ospedale da sola, che nonostante le cure ricevute, non trova umano non avere nessuna delle figlie, delle nipoti vicine a lei; sostiene di aver passato la guerra e di non essersi sentita mai così sola e priva delle forze necessarie: si sta lentamente debilitando e le notizie che arrivano alla famiglia sul suo stato di salute sono frammentarie».

«Secondo il personale medico – aggiunge Federconsumatori Bergamo - non c’era motivo di preoccuparsi: l’anziana stava bene e il decorso post operatorio era tranquillo, sino a che ieri la famiglia è stata informata che la signora ha avuto un attacco ischemico. Questa è soltanto una delle molteplici tristi situazioni in cui si trovano attualmente sia i malati ricoverati sia i loro famigliari. È proprio necessario questo divieto assoluto? Possibile che nessuno, nemmeno un familiare stretto possa vedere il degente?».

Possibili soluzioni al problema, avanzate dall’associazione di categoria, potrebbero essere la prova della temperatura all’ingresso dei reparti, l’obbligo dell’utilizzo della mascherina chirurgica, l’igienizzazione delle mani e l’ingresso ai parenti limitato a una persona alla volta nella camera dove si trova l’ammalato.

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