Figc, un milione di tesserati in attesa di una guida
In Italia ci sono oltre un milione di tesserati FIGC - Federazione Italiana Gioco Calcio. Si giocano più di 600mila partite in un anno e le società coinvolte sono quasi 14mila. Sono questi i numeri del calcio italiano, quelli che aiutano a capire l’esatta portata del fenomeno pallonaro: circa il 2% della popolazione ha un tesseramento con la FIGC. Considerando che ci sono realtà parallele come il CSI altrettanto radicate sul territorio e, soprattutto a Bergamo, capaci di coinvolgere tantissimi ragazzi ecco spiegato perché il pallone è lo sport più praticato nel Belpaese.
E soprattutto ecco perché servono programmi, idee e una guida sicura al timone di una Federazione che vanta una così capillare diffusione e un così ampio coinvolgimento tra la gente. Così si giustifica il braccio di ferro tra Tavecchio e Albertini. Il Coni sa benissimo il peso che il movimento calcio ha nel panorama sportivo italiano, i vertici conoscono perfettamente l’importanza della base spesso poco considerata: in tv seguiamo i campioni, ma tutto si muove grazie alla passione della gente comune.
Per divertirsi, in fondo, basta poco. Un pallone, uno spazio verde e due squadre. Quando però si parla di tesseramenti entra in gioco una organizzazione fatta di strutture, di società, di allenatori ma soprattutto educatori che rappresentano qualcosa di importante per i più piccoli, ma anche per i dilettanti. I dati sono relativi alla stagione 2012/2013 e parlano chiaro: 1.098.450 calciatori tesserati (circa 1.300.000 considerando anche tecnici e tutte le altre figure), 605.323 partite, 13.908 società impegnate nel settore giovanile e dilettantistico con un incremento di tesserati giovani dell’1,7% rispetto alla stagione precedente.
Il calcio italiano si snoda, per l’attività delle cosiddette “prima squadre”, in ben 9 livelli. I primi tre sono legati al professionismo (Serie A, Serie B e Lega Pro da quest’anno a girone unico), dal quarto in giù c’è una ramificazione territoriale sempre più capillare che arriva fino alle squadre di paese. La Serie D è nazionale, Eccellenza, Promozione, Prima Categoria e Seconda Categoria sono regionali, mentre la Terza Categoria è provinciale. Il settore giovanile e scolastico prevede campionati organizzati per Juniores, Allievi e Giovanissimi con la presenza di un arbitro abilitato, Esordienti e Pulcini raccolgono i più piccoli e le formule dei vari campionati sono molteplici fino ad arrivare alla Scuola Calcio.
I gironi organizzati a livello italiano, considerando competenze dei Comitati Regionali e Provinciali e i vari intrecci legati a promozioni e retrocessioni, sono in tutto 593: 1 di Serie A, 1 di Serie B, 3 di Lega Pro, 9 di Serie D, 28 di Eccellenza, 54 di Promozione, 106 di Prima Categoria, 182 di Seconda Categoria, 209 di Terza Categoria. Solo per il modo dei dilettanti, il giro di affari si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro. Per le sole iscrizioni, ogni società paga 7.750 euro per l’Eccellenza (dato 2013), 6.650 per la Promozione, 3.950 per la Prima Categoria, 2.950 per la Seconda Categoria e 1.400 euro per la Terza Categoria. Più tutto quello che serve per il settore giovanile.
Tutti conosciamo i professionisti, quelli che la domenica si seguono allo stadio ma pur essendo evidente il “peso” economico della Serie A, è doveroso sottolineare come il vero motore trainante del calcio italiano sia il Settore Giovanile e Scolastico: con 44.077 squadre su 60.210 (74%), 670.200 giocatori su 1.098.450 (61%) è proprio il calcio dei più piccoli a rendere il movimento FIGC così imponente. Il panorama è completato da tecnici (22.137), dirigenti (207.410) e arbitri (34.409) con una suddivisione territoriale abbastanza variegata che vede la Lombardia primeggiare sia per numero di calciatori (quasi 200mila), numero di società (1700) e campi da gioco (quasi 2800). Una struttura simile ha ovviamente bisogno di una grande organizzazione e a livello dirigenziale le caselle sono veramente infinite. Gli organi direttivi centrali sono 5: Presidente, Vice Presidente Vicario (oggi Tavecchio), Vice Presidente (oggi Albertini), Direttore Generale e Segretario Federale.
Oltre al Comitato di Presidenza (5 membri) tutto è demandato al Consiglio Federale dove sono rappresentati Lega di Serie A, Lega di Serie B, Lega Pro, Lega Nazionale Dilettanti, Associazione Italiana Arbitri, Associazione Italiana Calciatori, Associazione Italiana Allenatori, Settore Tecnico e Settore Giovanile e Scolastico. Una simile Governance è, giocoforza, molto esposta a giochi di potere che nulla hanno a che fare con la passione di chi gioca la domenica.
Uno degli aspetti più incredibili riguarda però il numero dei votanti che dovranno scegliere i vertici e il loro peso poi nelle decisioni finali. L’11 agosto saranno in 309 a votare, la legge Melandri ha imposto allo Statuto Figc una suddivisione del potere tra le varie componenti che porterà a esprimere un totale di 516 preferenze. Il peso maggiore è quello alla Lega Nazionale Dilettanti che esprime il 34% dei voti, poi ci sono i calciatori dell'Aic (20%), la Lega Pro (17%).Soltanto la Lega Serie A che da sola fattura oltre il 90% dell'intero giro d'affari del calcio italiano ma che al momento di votare conta solo per il 12%. Le altre componenti si dividono il poco che resta: allenatori (10%), Lega Serie B (5%) e arbitri (2%).