Gli sviluppi

Finanzieri e l’ex direttore del carcere nella carrozzeria sotto inchiesta

Finanzieri e l’ex direttore del carcere nella carrozzeria sotto inchiesta
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Prosegue, con un altro filone di indagine, l’inchiesta della Guardia di Finanza di Bergamo che due settimane fa ha portato in carcere 13 persone. Al centro la carrozzeria Bonfanti di Osio Sopra.

Finti danni per truffare l’assicurazione. Sotto accusa, adesso, sette finanzieri (sei militari dell’Accademia di Bergamo e un militare in forze alla Compagnia di Orio al Serio) per concussione e istigazione alla corruzione, secondo quando ricostruito a denunciato nell’aprile 2017 dai titolari della carrozzeria, Marco Bonfanti e il padre Ezio, già finita al centro dell’inchiesta. I militari, dietro minaccia di controlli fiscali e ripercussioni, si sarebbero garantiti riparazioni gratuite per diverse migliaia di euro e intascato premi assicurativi non dovuti. Non solo: in alcuni casi avrebbero richiesto anche alcuni “regali”, tra cui uno smartphone e il pagamento del bollo dell’auto. Il copione era sempre lo stesso: finte grandinate, danni inesistenti o creati ad hoc per chiedere un intervento su tutta l’auto che, così, veniva rimessa a nuovo senza spendere un euro. I fatti sarebbero accaduti tra novembre 2016 e il marzo successivo alla carrozzeria Bonfanti, ora sull’orlo del fallimento, dopo essere finita in mano alla banda dedita alle estorsioni scoperta poi, appunto, dalle Fiamme Gialle di Bergamo.

Sette militari sotto accusa. Il giudice Maria Luisa Mazzola ha interrogato i militari e ora dovrà decidere se sospenderli dall’esercizio di pubblico ufficiale. Si tratta del calabrese Raffaele Alessio, 51 anni, Luciano Pacifico, 47enne campano, Carmelo Micali, palermitano di 41 anni, Giovanni Geminale, 39enne pugliese, Velardino Marra, 38 anni, casertano, tutti residenti a Bergamo e Angelo Salomè, 44 anni, napoletano residente, invece, a Ghisalba. I militari hanno affidato la loro difesa a memorie scritte, solamente Pacifico ha parlato raccontando di riparazioni in seguito a reali incidenti.

 

 

L’ex direttore del carcere. Nel fascicolo dell’inchiesta, secondo quanto scritto oggi dal Corriere della Sera Bergamo, compare anche Antonino Porcino, 65 anni, direttore del carcere di Bergamo per 33 anni. In pensione dal primo di giugno, è stato arrestato dieci giorni dopo e ora è ai domiciliari. Tra gli episodi più ambigui annotati dagli inquirenti, l’acquisto di un motore usato in un’officina dedita alla ricettazione di pezzi di dubbia provenienza. Notare che il finanziere Raffaele Alessio era già finito sotto la lente della Procura proprio nell’inchiesta che ha portato l’ex direttore del carcere dietro le sbarre, a giugno, per corruzione, peculato, tentata truffa e falso: fotografò la scheda elettorale con il voto all’assessore regionale Lara Magoni per poi mandarla, via WhatsApp, come prova del piacere assecondato, all’amico Francesco Bertè, il direttore sanitario del carcere, pure tra gli indagati.

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